Palazzetto dello Sport di Muggiò, una vicenda alienante
Rapinese: "Questa è una giunta che crea solo illusioni"
La questione del Palazzetto di Muggiò, chiuso da ben 8 anni, torna al centro delle vicende politiche comasche. Come se già non bastasse una piscina olimpionica ferma da oltre due stagioni, la città capoluogo sembra desinata a rimanere ancora per anni senza un palazzetto dello sport. La nuova ipotesi di recuperare le risorse necessarie, nel frattempo lievitate a quasi 15 milioni di euro, attraverso l'alienazione dei beni comunali, non lascia infatti spazio ad altre ipotesi: anche se questa via fosse teroricamente percorribile, sarebbe inevitabilmente lunghissima. Un percorso lunghissimo, uno di quelli che segnano sulla mappa il punto di partenza e mai quello d'arrivo.
Insomma un piano a di poco azzardato per non dire improbabile. Sul tema, il consigliere Alessandro Rapinese interviene come è sua consuetudine senza usare mezzi termini: "Quella guidata dal sindaco Mario Landriscina è una giunta che crea solo illusioni, che mente sapendo di mentire, che prende in giro i cittadini gettando loro fumo negli occhi. È l'ennesino esempio, dopo quelli della Ticosa e della piscina, che avrebbe potuto ripartire subito spendendo solo 1 milione di euro - che dimostra perché a Como non va avanti nulla".
Siccome ai miracoli non ci crede nessuno - visto che almeno 11 dei quasi 15 milioni totali necessari per finanziare la realizzazione del nuovo palazzetto andrebbero recuperati, entro la fine di dicembre, sulla base del piano alienazioni 2021 predisposto da Palazzo Cernezzi - abbiamo sin da ora una sola certezza in mano: la volontà politica di restituire alla città un palazzetto dello Sport è come sempre fatta di carta e parole. Per i mattoni si dovrà aspettare molto, molto tempo ancora. A meno che il piano non sia quello, alla fine, di consegnarsi nuovamente ai privati.