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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ucraina, la testimonianza di Natalia: "Meglio morire che vivere come schiavi"

"Io sono al sicuro qui, è giusto che mi esponga per il mio popolo, per i miei parenti e amici che stanno vivendo la guerra sulla loro pelle"

Natalia Shuliak è nata a Kiev ma da molti anni, prima nella brianza comasca ora a Milano, vive e lavora (in una grossa azienda Ucraina) in Lombardia.
Natalia ha parenti e amici in Ucraina e ci racconta questa guerra con coraggio, il coraggio di metterci la faccia senza alcun indugio. "Io sono al sicuro qui in Lombardia, è giusto che mi esponga per il mio popolo, i miei parenti e amici che stanno vivendo la guerra sulla loro pelle".
"Dal mio punto di vista l'unico artefice di questa guerra è Putin e la sua malattia. È la sua smania di proclamarsi sovrano, lo stesso atteggiamento per cui da anni modifica qualsiasi legge, si crede quasi uno Zar più che un Presidente. Chi è contro la guerra o qualsiasi sua decisione e lo manifesta viene messo in galera: questo sta accadendo a molti miei amici russi o persone in vista che hanno il coraggio di parlare."
Eppure, nonostante questa minaccia penda sull'Ucraina da almeno otto anni (dal 12 aprile del 2014 per la precisione), nonostante le guerriglie di confine, nessuno si aspettava che Vladimir Putin potesse arrivare a tanto.
"Il discorso che ha fatto per annunciare la guerra, le sue parole in TV sono un pretesto per autorizzare la denazionalizzazione dell'Ucraina. Da qualche parte doveva cominciare. "Salvare la Russia dai nazisti ucraini" è palesemente una scusa perché chi conosce la situazione e la vive sa che quelle non sono le idee o le parole del popolo e della gente russa. Quello è Putin che parla, cercando argomentazioni per influenzare le menti."
Natalia racconta che a Kiev gli uomini, i civili, stanno prendendo le armi per difendere l'Ucraina. Che ogni due o tre ore tutti devono scendere nei bunker o nelle metropolitane, che sono molto profonde, per difendersi dagli attacchi delle milizie russe. "La maggior parte di questi rifugi sono della Seconda Guerra Mondiale - ci spiega - comunque la gente a Kiev non si arrende. Preferiscono morire da eroi che come schiavi". Molti i civili che arrivano anche dalla Polonia e dai paesi confinanti e che si uniscono per supportare e aiutare la resistenza ucraina, arrivano con taxi, navette, con ogni mezzo. "Capisco, capiamo che dopo il discorso di Putin ci sia la reale paura di una Terza Guerra Mondiale e che sia difficile se non impossibile per l'Europa o la Nato intervenire. Abbiamo ben chiara la situazione. Se si potesse almeno trovare il modo di difendere il cielo sopra Kiev... Comprendiamo che la situazione sia molto complessa. Al momento sono stati bombardati obiettivi specifici e strategici: ponti, basi militari."
"Siamo un popolo di sgobboni noi - continua Natalia - e siamo pacifici. In Italia siamo venuti spesso a lavorare per curare le vostre mamme, gli anziani, per pulire le case. Mio nonno ha combattuto anche insieme ai russi come capo gruppo dei partigiani in regioni vicino Kiev, nel suo gruppo c'erano tutte le nazioni. Siamo fratelli. Questa non è una guerra voluta dai popoli, ma solo da Putin".
Natalia sta organizzando con la comunità Ucraina di Milano una raccolta di medicinali e alimenti a lunga conservazione. Per informazioni: 320 4570328
Mentre scriviamo questo articolo si è diffusa ufficialmente la notizia che l'Italia ha chiuso gli spazi aerei alla Russia. Un gesto molto forte in aiuto del popolo Ucraino.Aiuti Natalia-3

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