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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Il Natale a Como si farà a Cernobbio

Mentre il pesciolino rosso si agita nella sua boccia, gli squali intorno si cibano di ogni "rifiuto" della città

Il capoluogo perde pezzi, non solo quelli delle torri, ma sogna di diventate "big". È magnifico come spesso non ci si renda conto della realtà che ti circonda. Como sembra sempre più un pesciolino rosso incapace di osservare il mondo oltre la sua boccia. Una boccia nella quale sguazza con fare vagamente altezzoso, mentre là fuori nuotano agili squaletti pronti a divorare ogni "rifiuto" della città. Contarli farebbe arrossire chiunque, ma certamente non un pesciolino rosso. Basterebbe pensare al Wow, a Parolario, all'incredibile recente successo del Lake Sound Park, a tutto un sistema che, partito dal rilancio di Villa Bernasconi e dalla centralità del polo di Villa Erba, sta dando lezioni a Como. Tra poco arriverà anche Orticolario e a Natale forse persino la Città dei Balocchi ripudiata da Rapinese si trasferirà in quel di Cernobbio

Sentite un po' cosa dice il sindaco di Cernobbio, Matteo Monti, che ovviamente, da giovane squalo qual è, non ha nessuna intenzione di farsi sbranare da un pesciolino rosso che sogna di diventare una grossa carpa: "Rispetto al progetto del capoluogo inteso come "Big Como" è impossibile non notare come un brand come quello di Cernobbio, prestigioso e riconoscibile a livello globale, non possa certo essere inglobato e perso. Cernobbio, però non è solo Villa d'Este e Forum Ambrosetti, è l'evoluzione moderna di quello che era un piccolo borgo e che ora è un polo molto attrattivo dal punto di vista turistico e degli eventi. Cernobbio, soprattutto è fatto di tradizioni, di famiglie e di persone molto radicate e affezionate al Comune di Cernobbio, che andranno consultate. 
 Come sindaco ritengo una follia la fusione con Como,  con me non si farà mai!!"

E poi il morso letale: "A questo aggiungo - dice ancora Monti - che ho appreso che non ci sarà la 30° edizione della Città dei Balocchi. È una decisione legittima dal sindaco di Como,  ma non posso nascondere che questo genera un grande dispiacere. Non si tratta solo di un aspetto affettivo e sociale, tutti noi alla Città dei Balocchi siamo cresciuti e tutti abbiamo dei felici ricordi di questa manifestazione, che sicuramente continuerà, anche se sotto altri nomi.  E’ proprio  questo il punto. È vantaggioso per il nostro territorio perdere un brand così affermato, oserei dire storico? Credo di no. Non buttiamo il passato alle ortiche, se c’è qualche correttivo da porre, sono certo che tutti siano disposti a collaborare, ma non cancelliamo il passato e le nostre tradizioni. Gli spazi ci sono, Cernobbio c'è".

E Como? E Como riparte dal mestissimo "Natale a Como". Roba insomma da cinepanettone riciclato. Certo si può anche andare oltre la Città dei Balocchi, evento natalizio che piaceva tanto a tantissimi e poco a pochissimi. Ma se decidi di farlo, di mettere in soffitta una manifestazione decisamente popolare, devi poi dimostrare a tutti che avevi ragione. Perché a conquistare la popolarità, e ora parlo del sindaco di Como, ci sono voluti anni di duro lavoro. Ma a perderla ci si mette un attimo. Un attimo fatto di tante piccole scelte sbagliate. E di big per ora c'è solo Cernobbio.

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