Mauro e Antonio eroi della fotografia: il loro negozio è l'ultimo rimasto in città
"Da quando siamo rimasti gli unici riusciamo finalmente a sopravvivere"
Antonio estrae da un cassetto un vecchio quindicinale specializzato in fotografia, un po' sbiadito ma accuratamente conservato. Ce lo mostra e con tono tra il saggio e il rassegnato dice: "Non ho mai conservato le riviste, ma capii che questo numero del 1986 era profetico e per questo decisi di custodirlo, aspettando che si verificasse quanto era previsto in questo editoriale".
L'articolo di trentasei anni fa spiegava che la fine della fotografia chimica era vicina. Basta rullini da sviluppare e stampare. Tutto sarebbe stato presto soppiantato dalla fotografia digitale, che allora veniva definita "elettronica".
"Molti non ci credevano, io invece avevo subito capito che l'articolista aveva ragione - racconta Antonio Cappellini - così lo conservai, sapendo che era un numero a suo modo storico". Che dire, sappiamo tutti bene quanto l'articolo di Fotonews avesse previsto il futuro.
Oggi quello di Antonio Cappellini e di suo figlio Mauro, in via Diaz, è l'ultimo negozio di fotografia vecchio stile rimasto a Como. Un vero e proprio esempio di "eroica resistenza" che sfida il progresso tecnologico che negli ultimi anni ha stravolto il settore. Sui loro scaffali ancora oggi sono in vendita i tradizionali rullini da sviluppare e stampare. Un mercato non acora morto ma rimasto appannaggio di alcuni irriducibili appassionati che proprio a loro si rivolgono per sviluppo e stampa dei negativi. Certo, non si può vivere solo di questo. E infatti Mauro e Antonio hanno diversificato i servizi offerti. "Per esempio - raccontano - trasportiamo in digitale filmati registrati su videocassette di qualsiasi formato. E anche il servizio di fototessere è ancora molto richiesto".
Ed ecco che, paradossalmente, mentre tutti i negozi di fotografia hanno chiuso i battenti in città, il negozio Foto Express di Antonio e Mauro ha quasi raddoppiato gli incassi nell'ultimo periodo. E' lo stesso Antonio ad ammetterlo: "Devo essere sincero, se negli ultimi anni non riuscivamo neanche a tirare fuori uno stipendio minimo a testa, ora riusciamo almeno a sopravvivere dignitosamente. Infatti, da quando anche il Tagliabue di via Gallio ha chiuso i battenti tanti suoi clienti si rivolgono a noi. Per quanto tempo riusciremo a sopravvivere, questo non lo so. Però questa è tutta la nostra vita e siamo orgogliosi di essere ancora aperti e io sono felice di quello che ho fatto in questi cinquant'anni di lavoro". Con orgoglio Antonio ci racconta di quando con suo fratello aveva un negozio a Mariano Comense prima di trasferirsi a Como nel 1985: "Siamo stati probabilmente i primi a stampare a colori in Lombardia, mentre adesso la domenica se devo fare qualche foto uso anche io il telefono cellulare".