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Luigi, tartufaio di Bellagio per nulla geloso: "Il bosco è di tutti, vi mostro dove raccolgo i tartufi"

L'esperienza nei boschi del triangolo lariano piace ai turisti

Se c'è qualcosa di cui un tartufaio è geloso, sono i suoi posti segreti, quei luoghi in cui sa di trovare i tartufi. Ci sono famiglie di tartufai che custodiscono gelosamente questi segreti tramandandosi di generazione in generazione quaderni ormai antichi in cui sono appuntati luogo, giorno e ora in cui uno specifico tartufo è stato raccolto, ovviamente con l'annotazione della relativa pezzatura. Ma Luigi Gandola, titolare e chef del ristorante Salice Blu di Bellagio non appartiene a quella categoria di tartufai gelosi. E' vero, qui non siamo ad Alba, dove crescono i tartufi bianchi più pregiati al mondo, ma anche i tartufai nostrani sanno essere molto gelosi. Nei boschi intorno al lago di Como, infatti, si possono trovare anche varietà pregiate di tartufo nero. Lo sa bene Luigi che ha fatto della caccia al tartufo un insolito business: organizza escursioni per trovare i tartufi. 

Caccia al tartufo-2

"Io non sono geloso dei posti in cui li raccolgo - racconta Luigi - perché il bosco è di tutti e non c'è nulla di più bello che avvicinare la gente alla natura attraverso una passione come questa. Nelle escursioni che organizzo, quindi, porto le persone proprio laddove io stesso sono solito raccogliere i tartufi. Insieme ad altri tartufai esperti e ai nostri cani addestrati mostriamo tutte le varie fasi della "caccia", dall'individuazione della zona in cui cercare, alla raccolta che ha, ovviamente, precise e rigide regole da seguire per preservare il luogo in cui il tartufo è cresciuto, cosicché possa con il tempo ricrescere nuovamente".

L'esperienza con Luigi dura alcune ore e oltre alla "caccia al tartufo" prevede anche una sosta nei punti di ristoro sopra i monti di Bellagio. "Ho voluto coinvolgere in queste esperienza che organizzo anche i ristoratori meno conosciuti al grande pubblico - continua Luigi - quelli che lavorano per così dire in quota, a 600, 800 o mille metri, dove difficilmente la gente comune si trova a passare se non è abituata alle lunghe camminate". 
Alla fine dell'escursione i partecipanti possono essere sicuri di tornare a casa con qualche tartufo, ma se sono disposti a pagare qualcosa in più possono completare l'esperienza degustando i tartufi con piatti cucinati a regola d'arte. Quanto pregiati dipende da un paio di fattori: fortuna e periodo. Sono quattro, infatti, le varietà di tartufo diffuse nelle zone lariane: aestivum (detto "scorzone") è il meno pregiato e lo si raccolgie a partire da giugno; c'è poi l'aestivum uncinatum, e ancora il mesentericum e il melanosporum (quest'ultimo il più pregiato delle nostre zone).

Gandola assicura che l'esperienza della caccia al tartufo ha retto il duro colpo inferto dalla pandemia di coronavirus: "Il fatturato 2020 delle esperienze che propongo, acquistabili direttamente da noi sul sito saliceblu.it, è in linea con quello del 2019, a differenza purtroppo del ramo ristorazione che ha accusa un colpo durissimo. Da quest'anno collaboriamo anche con il sito ciceroexperience.com".


 

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