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Comitato Cernobbio Futura: in una lettera aperta i motivi del no al progetto dei maxi palazzi

"Serve una progettazione urbanistica di qualità e bellezza, fatta con i cittadini per la città"

A nome del comitato Cernobbio Futura Andrea Michele Gazzola ha inviato alla nostra redazione una lettera aperta con la quale spiega i motivi del "no" al ventilato progetto di riqualificazione del quartiere di San Giuseppe approvato dalla commissione urbanistica. Prima che al progetto venga dato via libera definitivo dal consiglio comunale il comitato proverà a convincere l'opinione pubblica sulla necessità di ripensare a una riqualificazione diversa, più armoniosa, che tenga conto di diversi fattori di collegamento tra il quartiere e il centro di Cernobbio. La piccola grande battaglia del comitato passa anche per la petizione lanciata per raccogliere le firme dei cittadini che vogliono opporsi al progetto che prevede due maxi palazzi di 8 piani.

Cari cernobbiesi,
perché riflettere sulla realizzazione di nuovi condomini a San Giuseppe? Perché sono 8 piani fuori terra ? Sì.
Perché il progetto ne prevede due ma potrebbero essere quattro e molti di più andando ad intervenire anche sulle alte aree indicate dal PGT? Sì, ma non solo…
Se fossero meno immobili e con meno piani sarebbe comunque lo stesso un problema; dunque come spiegare con semplicità ed estrema sintesi un discorso articolato e tecnico come quello della Trasformazione e Riqualificazione di aree nel nostro comune?!
Con tre parole: Qualità - Progettazione - Bellezza.
Questi sono gli elementi che ci differenziano dal resto dei paesi d’Italia devastati dalla speculazione edilizia. Queste sono le parole che ci offrono un’opportunità per un rilancio, una vera riqualificazione fatta di idee, progetti, opere e migliorie per le criticità esistenti, servizi per il cittadino e dunque opportunità per il futuro.
E’ estremamente sbagliato e riduttivo accontentarsi con parole: “meglio così che niente” o “qualcosa bisogna pur fare”. Cernobbio e la Cernobbio turistica non possono permettersele!
Oggi a Cernobbio si apre per la prima volta da fine ‘800, la possibilità di pensare e riprogettare un quartiere oggi significativo per storia ed ubicazione. Un quartiere già poco tutelato e danneggiato con lo smantellamento di quella incredibile e mirabile opera scaturita dal pensiero dell’Ing. Davide Bernasconi: “la cittadella industriale”. Un caso unico, come Villaggio Crespi d’Adda e pochi altri nel mondo, studiato in tutta Europa ma che noi abbiamo ritenuto fosse parte irrilevante della nostra storia. Oggi, voler riprogettare, secondo il Piano di Governo del Territorio, 17.261mq , una misura come due campi da calcio e mezzo, significa poter mettere sul tavolo il nostro futuro e quello di Cernobbio. Dare Qualità ad un quartiere che è sempre stato considerato quello di “serie B”, quello del “casone” quello meno importante, quello della “periferia operaia”… Dopo 50 anni dalla fine delle Tessiture, bisogna dire basta e bisogna uscire da quest’ottica ed aprirsi ad un cambiamento verso l’alto che nessuno sta proponendo, ma che ai più pare forse ancora precluso per un retaggio sociale e di censo. Quale sciocchezza!
Serve dare Vivibilità ad un quartiere che è da considerare parte integrante del centro cittadino. Serve dare Futuro con lungimiranza e coraggio ad una progettazione che vedrà il suo compimento in 20 anni, ma serve farla a monte e farla generalizzata. Serve partire con il piede giusto. Serve una progettazione urbanistica di qualità e bellezza, fatta con i cittadini per la città. 

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