Gianluca Vialli, il bellissimo e commovente ricordo del cantautore Simone Tomassini
L'uomo era ancor più grande del calciatore
Il grande Gianluca Vialli era una figura dello sport molto amata e tanto apprezzata anche dai meno appassionati di calcio. Tra coloro che in modo particolare erano legati a lui per tutto ciò che ha rappresentato vi è un comasco noto, il cantautore Simone Tomassini, autore di una bellissima lettera aperta pubblicata sul sito di musica imusicfun.it. Con il permesso di Simone pubblichiamo qui di seguito il suo ricordo di Vialli, con il quale giocò anche a calcio insieme (la foto qui pubblicata fu scattata il 31 maggio 2005 allo stadio di San Siro in occasione di una "partita del cuore" con la nazionale cantanti).
Gianluca era per tutti Vialli, il goleador, l’uomo leggenda, il giocatore, l’immortale! Per me era un meraviglioso esempio di persona e di papà. L’ho sempre amato e stimato prima di incontrarlo e conoscerlo personalmente perché lo vedevo alla tv sempre sincero, vero e genuino. Già… Genuino.
Lui arrivava da Cremona (è il cognome di mia mamma e di mio Nonno Felice) e per un certo periodo (“ero piccolino e quando sei piccolino fai strane associazioni”) avevo pensato che fosse un mio parente. Ero affascinato da questo “pazzo” che giocava con i calzettoni abbassati in serie A. Mentre tutti avevano paura di prendere i calci e spaccarsi le gambe, lui giocava così, senza paura, senza arrendersi mai e segnando dei Goal clamorosi…
Secondo me correva il doppio degli altri, sempre! Avevo questa impressione e così è stato quando l’ho conosciuto e abbracciato. Vialli mi ha sempre “Spiazzato”. Ecco è la parola giusta… Spiazzato. Perché mentre tutti cercano fama, successo, un like per “sopravvivere” in questo finto sistema e di farsi vedere e notare, lui è sempre stato un passo indietro, ha sempre fatto parlare le sue doti e la sua vita. Non parlava ma “realizzava”.
Gianluca ha difeso la sua famiglia, le sue figlie, sua moglie e ha parlato col cuore in mano della sua situazione senza mai piangersi addosso, ma riuscendo a dare una mano e una forza a chi aveva perso anche l’ultima della speranza. Lui incarnava esattamente la forza e la tenacia. E l’ho sentito sempre vicino a me.
Nel mio brano “Ho scritto una canzone” c’è una frase che è proprio lui, Vialli: “Perché quando hai voglia di vivere e hai perso la speranza puoi farcela anche senza!”. Ecco, Luca ha vissuto senza la speranza, senza l’idea di speranza, lui ci lascia fisicamente e ci “lascia” un diario. Il diario della vita. Con tutte le pagine bianche. Ci ha dato la penna “magica”. E ci ha detto come usarla e come non sprecarla. Non c’è tempo per perderlo, il tempo… Il tempo è la vera “chiave”. Ci ha raccontato come usarlo, come renderlo migliore, come renderlo speciale.
Vialli mi ha accompagnato in tutta la mia vita. Ero bambino quando segnava ed ero grande quando mi ha fatto i complimenti per la mia musica. A San Siro, con la Nazionale italiana Cantanti, avevo avuto la possibilità di giocarci anche insieme ed è stato meraviglioso. Mio padre lo adorava tanto e per uno strano destino sono mancati entrambi prima dei 60 anni. Mi piaceva tanto come giocatore, ma ancora di più come Uomo e come Genuinità, come altruismo e come bellezza d’animo.
Sarà dura allontanarci da un Esempio cosi. Ciao Gianluca, dolce cuore meraviglioso.
Hai vinto tu. Comunque. Sempre e per sempre.
E le tue parole sarebbero da tatuare: «Spero di vivere il più a lungo possibile, però mi sento molto più fragile di prima e ogni comportamento mi porta a fare questo ragionamento, cioè: ‘È la cosa giusta che sto mostrando alle mie figlie?’. In questo senso, cerco di essere un esempio positivo, cerco di insegnare loro che la felicità dipende dalla prospettiva attraverso la quale tu guardi la vita. Cerco di spiegare loro che non devi darti delle arie, devi ascoltare di più e parlare di meno, migliorarti ogni giorno, devi ridere spesso e aiutare gli altri. Secondo me, questo è un po’ il segreto della felicità»
Grazie Gianluca, Grazie Davvero.
Simo