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Epatite infantile: un caso sospetto al Fatebenefratelli di Erba. È una bimba di 17 mesi

La bimba è residente nella provincia di Lecco ed è stata ricoverata il 24 aprile

È arrivata al pronto soccorso dell'ospedale Fatebenefratelli di Erba domenica 24 aprile. La bimba di 17 mesi, residente nella provincia di Lecco è stata quindi ricoverata per una sospetta forma di epatite infantile. Fabio Focarile, primario di pediatria non esclude che la piccola rientri nella casistica che sta emergendo in questi giorni in Europa e ora anche in Italia. La piccola è attualmente sotto osservazione ma sarebbe in fase di miglioramento. Solo due giorni fa anche a Milano era stato individuato un sospetto caso di epatite eziologia sconosciuta. Come riportato dai colleghi di MilanoToday, un bimbo di 5 anni era arrivato al San Paolo con valori del fegato molto alterati e ittero. I sintomi sono simili agli altri due bimbi ricoverati a Bergamo nei giorni scorsi di 6 e 11 anni: stanno bene, ma per il più grande è stato reso necessario il trapianto di fegato.

La Regione Lombardia invita i genitori a non allarmarsi. Saranno controllate, però, anche le cartelle cliniche dei mesi passati negli ospedali regionali. Il campanello d'allarme scatta con il colorito giallastro, vomito, diarrea, febbre e test negativi all'epatite A, B, C, D ed E. I casi per ora in Italia sono in linea con le medie degli anni passati. Tutto, sottolinea il ministero della Salute, è iniziato qualche settimana fa nel Regno Unito. La presentazione clinica dei casi identificati risponde ad una grave epatite acuta, con livelli aumentati di enzimi epatici (Ast o Alt maggiori di 500 IU/L) e in molti casi, con ittero. Come sopra accennato, i casi hanno riportato sintomi gastrointestinali, tra cui dolore addominale, diarrea e vomito nelle settimane precedenti. La maggior parte dei pazienti non presentava febbre. Alcuni sono stati ricoverati presso unità di epatologia pediatrica e in alcuni casi è stato necessario procedere ad un trapianto di fegato. Al 21 Aprile 2022 il Regno Unito riferisce 108 casi, di cui 8 sottoposti a trapianto.

Non è stato identificato alcun legame con il vaccino anti-covid e un questionario somministrato ai casi, su alimenti e abitudini personali, non ha identificato alcuna esposizione comune. Sebbene le indagini di laboratorio abbiano escluso in tutti i casi un’eziologia virale di tipo A, B, C, D ed E, le autorità sanitarie del Regno Unito considerano l’ipotesi infettiva la più probabile, dato il quadro epidemiologico e le caratteristiche cliniche dei casi. Tuttavia sono state avviate, e sono tuttora in corso, anche indagini tossicologiche.

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