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Elisabetta Franchi, il caso: "Se sei over 35 non ti assume nessuno ". Testimonianze da Como

Sono molte le donne interpellate che hanno guardato l'altro lato della medaglia: "Se sei donna e hai più di 35 anni trovare lavoro è quasi impossibile, dovremmo indignarci anche per questo"

Il caso di Elisabetta Franchi, l'imprenditrice che durante una conferenza ha parlato di lavoro e maternità è scoppiato in tutta Italia, generando polemiche e riflessioni.

"Quando metti una donna in una carica molto importante poi non ti puoi permettere di non vederla arrivare per due anni perché quella posizione è scoperta. Un imprenditore investe tempo e denaro e se ti viene a mancare è un problema, quindi anche io da imprenditore responsabile della mia azienda spesso ho puntato su uomini".

Sono le parole della stilista durante l'intervistata sul rapporto fra donne e lavoro. Parole che hanno fatto montare una polemica sui social, prima fra tutti Twitter, dove l’hashtag #elisabettafranchi ha raggiunto la cima dei trend della giornata.

Se ne parla ovunque ma, contrariamente a quanto emerso nelle prime ore dove tutti si erano scagliati contro l'imprenidtrice tacciandola di avere poca sensibilità verso l'universo "mamma", c'è chi comincia a rigirare la questione: e quelli che non ti assumono se hai piu' di 35 anni?.

L'imprenditrice ha comunque replicato al Corriere della Sera: "Non accetto strumentalizzazioni: sono una donna imprenditrice a capo di un azienda da 131 milioni di fatturato e che ha tirato avanti anche la famiglia, con grande fatica. Come può essere contro le donne chi ha al suo interno l’80 per cento di forza lavoro femminile?".

Questo il discorso che sta facendo inferforare gli animi e da cui è sorta l'indignazione di molte mamme, donne e lavoratrici.

Ma c'è anche l'altro lato della medaglia, che è fatto all'80% di annunci di lavoro dove è ben specificata l'età massima richiesta da chi offre un impiego, che nel migliore dei casi è 35 anni, ma spesso si ferma a 30. "Provate a cercare un lavoro nel Comasco: io, e non sono la sola - dice Sara - che ho 45 anni, una laurea e dei requisiti specifici non sono inclusa in quasi nessun annuncio. Se l'età non è specificata vengo tagliata fuori dopo la prima telefonata quando mi fanno la fatidica domanda: quanti anni ha?. Se sono fortunata arrivo al colloquio, perchè a volte, proprio per evitare questa discriminazione, non metto la data di nascita sul curriculum, lasciando che parlino le mie esperienze. A questo punto mi dicono sempre che avevano in mente una figura meno esperta, da affiancare. Hanno provato anche a dirmi che avevo troppa esperienza. Quindi ho due curricula: uno che invio per lavori dove non sono necessarie particolari requisiti e uno specifico nella mia posizione che sarebbe marketing e comunicazione." Sara al momento è disoccupata.

Ma anche per lavori nell'industria dell'Ospitalità come bariste, receptionist è quasi sempre specificato che non bisogna aver raggiunto gli anta. "A volte nemmeno i trenta! Quindi - ribadisce Cristina, 47 anni - che incontriamo e intervistiamo in centro a Como - noi donne dopo i 35 anni siamo considerate nulla nel mondo del lavoro, ancora sessista dove sono gli uomini ad avere i migliori stipendi e le occasioni e in più noi abbiamo questo gap al contrario, legato all'età. Cosa deve fare una donna a 40-45-50 anni che magari, come nel mio caso, perchè la sua ditta ha chiuso si ritrova senza lavoro?. La generazione degli anta per le donne, ma un pò anche per gli uomini, è completamente tagliata fuori e dimenticata. Il discorso di Elisabetta Franchi forse è stato un pò rude, ma io ho subito pensato: "Finalmente qualcuna che da una possibilità alle donne anche se non hanno 25 anni!". 

Dice Teresa, sempre di Como: "Ho un contratto a termine che mi viene rinnovato ogni anno da 4 anni. Mai una sicurezza. I colleghi uomini dopo un pò vengono assunti, nel mio caso fanno capire che è meglio stare zitte e guardare 30enni senza merito, o almeno non più di quello che potrei avere io, andare avanti perchè lo Stato da degli incentivi per gli under 35. Quindi a 45 anni, considerando che la pensione minima (anche se con questi tipi di contratto è quasi un'utopia) per le donne è a 62 anni io, se mi va bene, ho davanti a me 17 anni di precariato. Giovane per non lavorare, troppo vecchia per avere una stabilità. Se mi dite dove mandare il curriculum alla Franchi lo invio. Troppa ipocrisia e sdegno rivolti solo a un lato del problema. L'altro, che è l'esclusione totale dal lavoro e la discriminazione dell'età specie per le donne non viene neanche considerato". 

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