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Dipendente licenziata dal Comune di Como: ora è indagata per truffa

Interrogata in Procura per le presunte false attestazioni di presenza in servizio

Il caso della dipendente dell'ufficio anagrafe del Comune di Como, licenziata in tronco lo scorso gennaio in quanto sorpresa a falsificare l'orario di entrata in ufficio in almeno tre occasioni, è approdato in Procura dove nei giorni scorsi è stata interrogata dal pubblico ministero Simome Pizzoti alla presenza del suo avvocato Giuseppe Gallo.

A suo carico, dopo la denuncia di Palazzo Cernezzi, ci sarebbe ora le ipotesi di truffa aggravata e di false attestazioni di presenza in servizio per le quali, appunto, la Procura di Como ha aperto un fascicolo. A sua difesa, come riporta il quotidiano La Provincia, l'impiegata si sarebbe giustificata affermando che non era sua intenzione truffare nessuno e di avere indicato, sui richiesta del suo dirigente che non trovava i dati della timbratura d'ingresso in assoluta buona fede; rispetto all'accusa di false attestazioni avrebbe invece affermato di non avere falsificato nulla. 

Di parere opposto l'amministrazione comunale: rispetto agli episofi contestati ad agosto e settembre dello scorso anno resta infatti convinta che l'impiegata abbia volutamente falsificato l'orario di presunto inizio servizio nel documento che si compila quando si entra in ritardo. Presumibile da parte dell'accusata il ricorso al licenziamento anche se ora incompe il procedimento penale a suo carico. 

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