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Daniela, malata di cancro che cercava la madre biologica, parte per gli Usa per una cura sperimentale

Abbandonata da piccola a Rebbio ha cercato la madre naturale per avere una possibilità di salvarsi con la mappatura del Dna

Daniela Molinari andrà negli Stati Uniti per sottoporsi a una cura sperimentale contro il cancro. La donna di 47 anni di origini comasche ha cercato la madre biologica per poter fare il tracciamento del Dna che era fondamentale per la terapia.

Daniela si era rivolta al Tribunale per ritrovare il genitore perchè nel 1973, era stata  lasciata alle suore dell'orfanotrofio di Rebbio a Como, e in seguito, quando aveva due anni, una famiglia milanese l'aveva adottata

La donna alla fine dell'estate partirà per Houston dove potrà provare a guarire attraverso il percorso terapeutico sperimentale che richiedeva esami genetici. 

Una volta rintracciata la madre biologica si era inizialmente rifiutata di sottoporsi al prelievo, fondamentale per l'immunoterapia che potrebbe salvarle la vita. 

Dopo mesi di tentativi la mamma biologica, che ebbe quella bambina dopo aver subito una violenza, si era convinta, accettando di sottoporsi al prelievo di sangue.

"L'incertezza sulla situazione sanitaria internazionale mi preoccupa - ha detto Molinari alla La Provincia di Como -, mi chiedo cosa succederà ai collegamenti aerei nei prossimi mesi. Mi spaventa la prospettiva di dover forse partire da sola, senza mio marito, e delle incognite che potrei dovermi trovare ad affrontare senza il suo sostegno". Nel frattempo è ancora in corso la raccolta fondi per aiutare la 47enne, madre di due figlie, a sostenere gli ingenti costi che dovrà affrontare per il viaggio, la terapia e la permanenza negli Usa.

La storia di Daniela Molinari

Nata nel '73, Daniela era stata lasciata alle suore dell'orfanotrofio di Rebbio a Como, e in seguito, quando aveva due anni, una famiglia milanese l'aveva adottata. Con un lavoro come psicologa in una comunità di disabili del Milanese e due figlie, la donna si è messa alla ricerca della madre biologica una volta scoperto che era malata di tumore, per effettuare la mappatura genetica necessaria a iniziare la cura sperimentale. La donna ha più volte ribadito che la sua richiesta non era di conoscere la madre né di chiederle alcunché, a meno che lei non lo volesse, ma soltanto di ricevere quel semplice aiuto che le ha dato una speranza di vita. Davanti all'iniziale rifiuto della madre, che oggi ha un'altra famiglia, la 47enne era rimasta basita descrivendo la risposta della donna, oggi settantenne, come "una sentenza di morte" e sperando in un suo ripensamento. Che poi è effettivamente arrivato dandole una speranza di guarigione.

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