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Covid, la pandemia ha dimezzato le prostitute in Ticino

Pochi clienti e severi controlli delle autorità elvetiche

Il covid non risparmia proprio nessuno. Nemmeno le prostituzione, che in Svizzera è legale e che attira moltissimi clienti anche dal comasco. Come riporta il Corriere del Ticino, quasi un centinaio di prostitute ha infatti lasciato il Cantone negli ultimi 10 mesi di pandemia per fare ritorno alla propria residenza o per proseguire il mestiere in altri Paesi. I dati sono stati forniti al quotidiano dal Servizio comunicazione, media e prevenzione della Polizia cantonale per far luce sul mondo della prostituzione oltreconfine. 

Ovviamente, anche se non ci sono certezze da testimonianze dirette, la fuga è da attribuirsi alla forte diminuzione di lavoro a causa delle varie restrizioni presenti sia in Svizzera che in Italia, che in diverse fasi dei vari lockdown ha reso impossibile attraversare il confine. Senza contare che i club dove si esercita la prosituzione nel corso dell'anno sono stati costretti a chiudere per diversi mesi. 

Come è noto alle autorità elvetiche, le prostitute legalmente presenti in Svizzera provengono dai seguenti Paesi: Romania (64), Italia (22), Spagna (4), Svizzera (2), Polonia (2) e Lettonia (1). Un saldo negativo di quasi 100 "lucciole" rispetto al mese di febbraio 2020. Intanto in materia rimangono sempre vigili le autorità ticinesi, con controlli sempre più serrati per verificare che tutto avvenga secondo le norme generali ma anche quelle legate all'emergenza sanitaria. 

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