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Coronavirus

La zona arancione rinforzata a Como preoccupa la Svizzera

Più controlli alle dogane con il Lario

La decisione della Lombardia, che ha portato tutta la provincia di Como in zona arancione scuro, preoccupa il Canton Ticino. I dati dati segnalati da  ATS  alla Regione, con un picco di 282 positivi ogni 100 mila abitanti registrato sul Lario non hanno lasciato scampo alla decisione del governatore Fontana che da oggi, appunto, obbliga il territorio comasco a nuove restrizioni. Inoltre incombe un nuovo pericolo di zona rossa su tutta la Lombardia dall'8 marzo.

Controlli alle dogane

In Svizzera la zona arancione rafforzata di Como cambia soprattutto nei controlli alle frontiere tra il Ticino e la provincia lariana. Le forze dell’ordine - come riporta oggi il Corriere del Ticino - hanno ricevuto disposizioni per incrementare il pattugliamento del territorio nelle ore serali e notturne. Il cosiddetto "retrovalico" sarà quindi sorvegliato in modo più assiduo. Una maggiore presenza di polizia, carabinieri e guardia di finanza è stata in realtà notata già lo scorso fine settimana; adesso, questa intensificazione dei controlli potrebbe diventare sistematica, almeno nelle prossime due settimane. 

Per chi dalla Svizzera si reca in Italia le regole però non cambiano. Rimane obbligatorio il tampone negativo nelle 24 ore precedenti l’espatrio, a meno di non poter dimostrare ragioni di forza maggiore (lavoro, sanità, esigenze eccezionali).

I dati oltreconfine

"La situazione in Canton Ticino è sicuramente meno difficile ma nulla permette di abbassare la guardia" Lo ha ripetuto in modo chiaro ieri mattina il medico cantonale, Giorgio Merlani, ai microfoni di "Modem". L’indice Rt attuale è attorno a 1,05.(un numero che in Italia porta dritti in zona arancione) e i contagi non stanno scendo. Anche in Ticino preoccupa la diffusione della variante inglese del virus, oggi attorno al 60-70% dei casi testati". 

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