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Un altro venerdì di passione gialla

Il diabolico rituale della sentenza settimanale

Alla fine, nella consueta danza a colori del venerdì, l'ha spuntata Fontana. Il quale, ballando sulle punte, è riuscito a mantenere la Lombardia in precario equilibrio sull'onda gialla. Ancora un soffio di vento e saremmo precipitati nel mare arancione almeno per altri sette giorni. Insomma si è ripetuto il rituale che ci tiene incollati a una sentenza settimanale che a volte ci assolve e altre ci condanna a un più rigido purgatorio.

Fino a quando rimarremo appesi al voto in condotta dell'indice Rt, utilizzato ormai da mesi come una punizione, non è dato sapere. Al momento, pur con la nuova guida Draghi, non sembrano esserci grandi novità, le misure di prevenzione restano sempre le stesse. Le varianti sono solo quelle di un virus che da un anno ha ormai cambiato ogni nostra vecchia abitudine. Si apre e si chiude a singhiozzo senza mai vedere un orizzonte, anche la schiarita dei vaccini sembra infatti più un miraggio che una realtà di fine pena.

Il venerdi, la vigilia del weekend, si è ormai trasformato in un giorno di passione per i cittadini. Una quaresima che si conclude solo quando arriva il verdetto accompagnato dalle rituali raccomandazioni. Cui seguiranno le abituali ramanzine del sabato dovute al fatto che poi la gente, essendo concesso, esce di casa. Non c'è scampo, comunque vada, siamo in trappola. Un po' come quei criceti che girano come pazzi nella ruota pensando di andare chissà dove ma alla fine sono sempre in gabbia. 

Chissà se mai si riuscirà a ragionare sul fatto che esistono regole assurde, ad esempio il coprifuoco, e altre che dovrebbero ormai appartenere al buon senso quotidiano, a prescindere dalla zona in cui ci si trova. Siamo al paradosso che la mattina, ancora prima di metterci le scarpe, cerchiamo di ricordare in quale zona siamo per capire cosa è permesso e cosa no. Se possiamo aprire bottega o andare a trovare la zia. 

Dopo 12 mesi di passione si può ancora chiedere ai cittadini, come fa l'Istituto Superiore di Sanità, di rimanere a casa il più possibile? Vero è che là fuori ci hanno lasciato ben poco da fare e che al massimo va fatto all'interno della propria Regione. Però un conto è raccomandare prudenza e l'utilizzo dei presidi di protezione, e un altro è invece chiedere ancora di non uscire dalla propria abitazione. Magari evitiamo di assembrarci tutti in un centro commerciale e disperdiamici all'aperto. Che abbiamo tutti bisogno di aria fresca. Ora intanto la porta gialla è rimasta aperta, evviva. Eppure ci sentiamo tutti spremuti. Come i limoni. 

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