Quadri: "I frontalieri? Hanno impestato il Canton Ticino con lo stramaledetto covid"
Ancora una volta dichiarazioni pesanti nei confronti dei lavoratori italiani e non solo
Ancora una volta, dall'altra parte del confine, arrivano parole pesantissime nei confronti dei frontalieri che ogni giorno passano la dogana per andare a lavorare dall'Italia alla Svizzera. Questa volta a pronunciarle è stato Lorenzo Quadri, il direttore del Mattino della Domenica e consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi, che ha duramente attaccato i 70mila frontalieri, indicandoli, come anche riportato su La Stampa, come gli untori della Svizzera.
Quadri afferma che «il transito transfrontaliero pone un problema sanitario: in marzo il Ticino si è impestato a causa dei confini spalancati con l'Italia, nella seconda ondata i contagi sono partiti dalla Romania a causa della libera circolazione con la Francia: allora bisogna intervenire con della restrizioni anche sui 70 mila e passa frontalieri, e sulle svariate migliaia di padroncini. Invece, la Svizzera non ha posto alcun limite all'accesso dei frontalieri».
Quadri non tiene conto che, effettivamente, in Canton Ticino le misure prese contro i contagi sono state molto più blande e non si pone neanche il dubbio che possa essere stato il contrario, ovvero, specie nella così detta seconda ondata, che il covid sia stato "portato" in Italia e a Como dalla Svizzera. Como che, con Varese, viene da Quadri indicata come una delle province con più elevato numero di contagi.
Quadri affonda ancora più pesantemente:
«Se nel loro paese sotto Natale gli italiani non possono spostarsi nemmeno da un comune all'altro se non per lavoro o per emergenze sanitarie, i 70 mila e passa frontalieri entrano tutti i giorni in Ticino come se niente fosse. Non ci vuole molta fantasia immaginare quale sarà lo scenario futuro. Ticinesi come indiani nella riserva grazie alla partitocrazia spalancatrice di frontiere».