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Giovedì, 28 Marzo 2024
Coronavirus

Nuovo dpcm, torna il blocco tra regioni

Il provvedimento atteso domani potrebbe portare a un nuovo lockdown mirato in Lombardia

Sempre più concreta la possibilità di un lockdown che riguardi la Lombardia e in particolare Milano, obiettivamente le zone con i numeri peggiori da quando si è impennata la gravità della seconda ondata del coronavirus. Anche se a Como le cose per ora vanno meglio, non è ancora detto che riesca a sfuggire alla nuova morsa anticovid. Il Governo del primo ministro Giuseppe Conte sembra infatti orientato verso mirati e nuovi limiti alla circolazione tra le regioni ma non solo: si parla anche di anticipare il coprifuoco alle 20 o alle 21, per limitare ancora di più gli spostamenti, e di nuove regole per gli orari dei negozi non alimentari. Poi ancora da sciogliere resta il nodo delle scuole, che Azzolina e Conte vorrebbero tenere ancora aperte come succede in Germania, Francia e Inghilterra. 

Il nuovo Dpcm per il lockdown già da lunedì

Il nuovo Dpcm dovrebbe vedere la luce già lunedì. Del resto i numeri dell’epidemia parlano chiaro: l’ultimo bollettino ha fatto registrare 31.758 nuovi contagi e 297 morti, con il rapporto il rapporto tra casi positivi e tamponi schizzato al 14,7%, il più alto mai registrato. Per fortuna ieri a Como si sono registrati solo 475 positivi, la metà del giorno precedente, anche se manca un riscontro sui tamponi effettuati.

Nel frattempo il Comitato tecnico scientifico sta aggiornando l'elenco dei territori considerati più a rischio: l’ipotesi è quella di una nuova stretta per fermare il contagio nelle regioni (o nelle città) con un indice Rt fuori controllo.Ma per le zone rosse saranno per ora i governatori delle regione a decidere.

Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, non ha escluso "la necessità di una, due, tre settimane di stop in alcuni territori, perché l'indice Rt non è uguale dappertutto". Secondo il ministro "in questo momento le aree interne non sono nella condizione delle aree metropolitane e nelle aree metropolitane, c’è una maggior difficoltà perché è fin troppo evidente che la difficoltà è legata alla densità di popolazione. E questa cosa evidentemente, in questo momento, va spiegata bene e va rafforzata anche attraverso gli strumenti tecnologici di cui ci siamo dotati".

È molto probabile quindi che si introdurranno nuovi limiti agli spostamenti, fatti salvi motivi di lavoro, salute e urgenza, soprattutto tra regioni. Possibilità caldeggiata dal ministro della Giustizia e capodelegazione M5S, Alfonso Bonafede. Non è ancora chiaro però se queste restrizioni riguarderanno solo le eventuali zone rosse o tutto il territorio nazionale.

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