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"No agli spostamenti tra comuni a Natale, il rischio è troppo alto"

Il presidente dell'Istituto superiore della Sanità, Silvio Brusaferro ha spiegato che al 9 dicembre l'incidenza è di 193 per 100mila abitanti. I tempi per una deroga sulla mobilità sono sempre più stretti

L'ultima parola starà al Parlamento e, stando alle ultime indiscrezioni, sembra che qualche deroga per gli spostamenti di Natale ci sarà, ma solo per comuni più piccoli (max 15.000mila abitanti) e vicini. Non sarà, quindi, un liberi tutti.

Il pericolo di una terza ondata nei primi mesi del 2021 è sempre dietro l'angolo. Le regole sugli spostamenti sono troppo rigide? Il tema è da giorni al centro della discussione all'interno del governo. Allo stato attuale le restrizioni agli spostamenti tra regioni e comuni inserite nel decreto legge 2 dicembre n. 158 e nel Dpcm 3 dicembre prevedono che:

  • dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 saranno vietati gli spostamenti tra regioni diverse;
  • il 25 e il 26 dicembre 2020 e il primo gennaio 2021 saranno vietati anche gli spostamenti tra comuni diversi (salvo che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute);
  • sarà sempre possibile, anche dal 21 dicembre al 6 gennaio, rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione.

Il divieto di spostamento il 25 e il 26 dicembre e il primo gennaio deciso dal governo con il decreto legge 2 dicembre n. 158 e con il Dpcm 3 dicembre potrebbe avere una deroga per i comuni più piccoli in base ai chilometri o ai confini provinciali, oppure sarà limitato ai municipi con un certo numero di abitanti. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non ha però ancora deciso quale strumento legislativo verrà utilizzato per introdurre la deroga, anche se ieri si è sbilanciato sulla possibilità che sia il Parlamento a modificare il decreto legge in via di conversione. Ma i tempi per un'operazione del genere sono molto stretti.

A spiegare i rischi di scelte di manica più larga, è stato il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri che, sull'ipotesi di allentare le restrizioni in vista delle festività ha dichiarato: "Non vedo nei numeri, a oggi, la sicurezza per poter riaprire. Abbiamo ancora troppi decessi, il che significa che i contagiati delle scorse settimane erano molti di più. Il rischio è troppo alto"

Francesco Boccia, ministro degli Affari regionali, è stato chiaro: "Se vogliono rimuovere o cancellare o allentare i vincoli agli spostamenti in tutti i comuni italiani a Natale ci troveranno contrarissimi, a me e anche Speranza. Se vogliono chiarimenti per i piccoli comuni interni, il Parlamento ha i mezzi per farlo", ha ribadito a Skytg24.

"Siamo ancora nella fase più critica e se a dicembre i comportamenti non saranno rigorosi, il rischio della terza ondata è abbastanza certo. L'appello agli italiani è dunque quello di rispettare le regole e mantenere il massimo di attenzione".

Ed è un punto di vista condiviso anche dall'Istituto superiore di sanità. "No agli allentamenti su misure e mobilità" o ci sarà "un'inversione della tendenza". Per questo saranno necessari "tutti gli sforzi" possibili nel periodo di Natale. Mentre si discute dell'ipotesi di modificare le misure relative agli spostamenti tra comuni a Natale, arriva il monito del presidente della Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale Covid-19 della cabina di regia del ministero della Salute e Iss.

Numeri ancora significativi

"Si sta progressivamente riducendo il numero di nuovi casi in Italia e in Europa. La tendenza è alla decrescita ma il numero è ancora significativo. L’elevata incidenza e l’attuale forte impatto sui servizi sanitari - spiega l'esperto - richiedono di essere molto cauti, di evitare di ridurre in maniera significativa le misure di mitigazione, comprese quelle sulla mobilità. La situazione epidemiologica rimane grave e si raccomanda che una modulazione delle misure di mitigazione nelle regioni e nelle province autonome eviti di rilassare le misure stesse e il livello di attenzione" perché si rischia "una rapida inversione della tendenza. Dobbiamo evitare che il rilassamento delle misure adottate in questi giorni comporti una ricrescita dei nuovi casi", sottolinea Brusaferro, per il quale "nel periodo delle feste dobbiamo fare tutti gli sforzi per avere all’inizio del prossimo anno un numero di nuovi casi significativamente più basso di quello attuale, che è troppo elevato".

I numeri nelle regioni italiane e l'indice Rt

"In tutte le regioni italiane - ha ribadito Brusaferro - c'è una decrescita, in alcune più lieve e in altre più stabile, ma l'incidenza dei casi declinata a 14 giorni è 455 casi per 100mila abitanti e a 7 giorni è scesa a 193 casi per 100 mila abitanti. Sono numeri ancora alti che dimostrano come è ancora lontana la nostra possibilità di muoversi dalla mitigazione al contenimento". L'indice Rt, spiega quindi Brusaferro, "è sotto l'1 in tutte le regioni tranne una. Poi la maggior parte delle regioni sono con la classificazione complessiva del rischio moderata, alcune bassa e 4 bassa".

Decrescita anche "dell'occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva. In molte regioni - continua - registriamo una probabilità bassa di raggiungere la saturazione a 30 giorni nei posti letto ordinari e di terapia intensiva, mentre nelle settimane scorse era molto più alta. Ma c'è ancora un fortissimo impegno dei servizi sanitari".

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