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Coronavirus

Ristoranti svizzeri aperti dall'11 maggio: niente plexiglass ma i clienti saranno "schedati"

Al tavolo massimo 4 persone e divieto di alzarsi a salutare gli amici

La riapertura dei ristoranti in Canton Ticino l’11 maggio, fra meno di una settimana, potrebbe rappresentare un esempio di cosa fare o non fare quando anche in Italia i ristoranti alzeranno le serrande.

Prenotazione e misure igieniche

In tutta la Svizzera, GastroSuisse ha emanato le misure necessarie per poter riaprire in sicurezza e  vivere nel modo migliore l'esperienza anche prima dell'arrivo del vaccino anti-covid. Il pensiero degli amministratori ticinesi e dei gestori di ristoranti è semplice: "chi ha sempre lavorato bene, non avrà problemi ad adeguarsi". La prima misura è la prenotazione telefonica, che durante l'emergenza sanitaria si estenderà alla richiesta delle generalità di tutti gli ospiti seduti al tavolo. Queste generalità saranno conservate dal gestore per 15 giorni, per poter ricontattare tutti coloro che sono stati esposti a un positivo che dovesse manifestarsi nelle due settimane successive alla cena al ristorante.
Per quanto riguarda le misure igieniche, seppur non v’è ancora alcuna certezza, sembra quasi scontato che non ci saranno le pareti di plexiglass - invece ancora in discussione in Italia – né l’obbligo della mascherina per gli ospiti. Dovrà invece indossarla il personale, ma solo in quelle situazioni in cui non è possibile mantenere la distanza e comunque il datore di lavoro dovrà sempre permettere al dipendente di avere la mascherina in qualunque situazione egli lo ritenga giusto per sé.

Gli "extra"

Sarà più “preciso” il cambio al tavolo: non per esempio una sovratovaglia che sarà cambiata mentre quella sotto no, ma via tutto, e tutto rigorosamente lavabile e sanificabile. Stessa sorte per qualunque oggetto passi di mano in mano, come menù e spezie, al bando invece assoluto giornali e riviste e qualunque oggetto da intrattenimento, dalle freccette del tirassegno al microfono del karaoke.

Tavoli e prezzi

Massimo 4 persone per tavolo e tutte che già si conoscono e sono giunte insieme al ristorante; vietato alzarsi a salutare conoscenti di un altro gruppo e obbligo di igienizzare le mani all'ingresso. Stop totale al servizio a buffet. La misura primaria resta comunque il distanziamento di due metri fra i tavoli, come si prospetta in Italia. Pagamento obbligatorio con carta di credito.
A proposito di questo viene quindi da sé domandarsi quale sarà l'impatto sui prezzi, perché se da una parte è vero che il distanziamento sociale porterà una minore affluenza e quindi una minore necessità di personale in sala e in cucina, è anche vero che il minore afflusso e le rigide norme potrebbero far lievitare i costi. Secondo alcuni gestori luganesi, questo inciderà maggiormente sui “piccoli acquisti”, come un singolo caffè al bar, che su un’intera cena.

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