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Coronavirus

Lombardia in zona rossa anche ad aprile, lo dice Bertolaso

In una situazione già drammatica, senza elementi certi, che senso ha gettare nello sconforto anzitempo le persone?

Mentre il piano vaccinale è di fatto sospeso, almeno per quel che riguarda AstraZeneca, in attesa domani di un nuovo eventuale via da parte di Ema, a mettere sul fuoco nuova legna ci ha pensato Guido Bertolaso. Il super consulente nominato da Fontana si è infatti lasciato andare a previsioni terribili, del tutto incurante di cosa voglia dire un nuovo prolungato lockdown per le famiglie, le aziende e le scuole. Intervistato da Giovanni Minoli a Radio Uno, Bertolaso si è così espresso: "La zona rossa resterà anche dopo Pasqua: aprile sarà ancora un momento difficile ma alla fine del mese se verranno fatti i vaccini si vedrà davvero la luce in fondo al tunnel". 

L'ex capo della protezione civile si è poi detto sicuro delle nuove forniture Pfizer e Johnson & Johnson, aggiungendo che: "Da noi in Lombardia da aprile faremo 120mila vaccini ogni 24 ore". Ovviamente tutto ciò non può non tenere conto che senza AstraZeneca questi numeri sarebbero difficilmente raggiungibili. Tuttavia, Bertolaso ha già previsto un aprile in rosso. Il che vorrebbe dire bar, ristoranti e negozi chiusi ma soprattutto studenti ancora in Dad. Con conseguenze sociali che avranno risvolti drammatici. 

Il rischio che si passi dall'emergenza sanitaria a quella sociale è dietro la porta. E gettare anzitempo nello sconforto le persone è un sistema inaccettabile, soprattutto quando ancora non ci sono elementi scientifici certi per fare previsioni di questo genere. A meno che Bertolaso non abbia in tasca dati a noi sconosciuti. Perché sino a prova contraria tutti gli esperti stanno dicendo che la pandemia sta rallentando e che per il 20 marzo è atteso l'apice della curva dei contagi. Ragion per cui tutti si aspettano che dopo Pasqua si possa, seppure lentamente, tornare verso la zona gialla, magari con un passaggio in arancione. Avere cariche isituzionali importanti impone responsabilità. E la prudenza, se si ha a cuore il bene assoluto delle persone, vuol dire non diffondere panico. Non bastasse quel che ha già fatto il covid e ora la paura dei vaccini. Anch'essa frutto di un momento isterico mal governato.  

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