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Lombardia e Como, rischio zona gialla: ma quanto c'è di vero?

I tassi di occupazione degli ospedali restano distanti dalle cifre allarmanti dei mesi scorsi, ecco perchè le Regioni chiedono di cambiare i parametri per le zone

Da un lato si parla di immunità di gregge della Regione Lombardia (grazie all'elevata adesione alla campagna vaccinale), dall'altro si ripresenta lo spauracchio della zona gialla. Ma quanto è davvero possibile che la regione passi dal bianco al giallo?

I contagi negli ultimi giorni sono aumentati, soprattutto a causa dell'avanzata della variante Delta, ex indiana. Sono praticamente raddoppiati in una settimana, l'incidenza sui 100mila abitanti è aumentata quasi del 100% - ora sfiora quota 20 - e l'indice Rt si è avvicinato, ancora una volta, pericolosamente alla soglia dell'1. Ma al momento la zona gialla più che una reale possibilità sembrerebbe solo una minaccia all'orizzonte, ecco perchè. 

Lombardia tra zona bianca e zona gialla? 

Dal 14 giugno scorso la regione è in zona bianca, "guadagnata" faticosamente dopo lunghissimi mesi di divieti e sacrifici dei cittadini, e per restare nella fascia di rischio più bassa è necessario che la Lombardia stia lontana dai 50 casi sui 100mila abitanti e che l'Rt si mantenga sotto l'1. La situazione è in rapida evoluzione e il rischio che i dati peggiorino - come mostra anche il rapporto tra tamponi e positivi salito oltre l'1% - è più che una possibilità.

Se i numeri sull'epidemia vanno nella direzione sbagliata, infatti, ci sono anche dati che lasciano ben sperare. La campagna vaccinale sta proseguendo e, soprattutto, i tassi di occupazione degli ospedali restano distanti dalle cifre allarmanti dei mesi scorsi: venerdì le terapie intensive avevano 30 posti occupati e i reparti ordinari curavano 143 pazienti. 

Cambiano i parametri per le zone? 

Proprio per scongiurare il rischio che la Lombardia e gran parte dell'Italia tornino in zona gialla, il ministro della Salute, Roberto Speranza, per la prima volta ha aperto all'ipotesi che possano cambiare i parametri per stabilire le fasce di rischio. 

L'idea è dare più peso ai ricoveri: "In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione - ha detto nelle scorse ore l'esponente del governo -, è ragionevole che nei cambi di colore e nelle conseguenti misure di contenimento pesi di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori". 

E qualche ora prima sul tema si era già espressa l'assessore al welfare lombardo, Letizia Moratti. "Basta con le chiusure che derivano dalle zone rosse, arancioni e gialle, che limitano la libertà delle persone e penalizzano le tante imprese e i pubblici esercizi che hanno bisogno di lavorare - le sue parole -. Basta con la logica dei lockdown generalizzati. In Lombardia la campagna vaccinale sta andando molto bene: abbiamo il 70% della popolazione che ha aderito alla campagna vaccinale, il 75% ha già ricevuto la prima dose, il 50% ha completato il ciclo vaccinale".
 

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