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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Coronavirus

Ipotesi lockdown "morbido": dieci giorni per decidere

Il premier Conte vuole attendere prima di varare un nuovo Dpcm. Una nuova stretta potrebbe essere programmata già la prossima settimana. Le Regioni intanto chiudono in ordine sparso

Giuseppe Conte vorrebbe attendere dieci giorni prima di decidere come procedere in questa "seconda ondata" di coronavirus che sta cominciando a far preoccupare il Belpaese. Anche se ci sono forze nella maggioranza che chiedono ulteriori misure entro il weekend, il Premier non vuole muoversi prima che lo facciano altri paesi europei la cui situazione nell'emergenza coronavirus è oggettivamente peggiore rispetto a quella dell'Italia. 

A pesare, e non poco, è anche l'opinione pubblica che rispetto a sei mesi fa è molto più ostile ad ipotesi di lockdown perchè in molti si domandano cosa sia stato fatto dal Governo e dalle istituzioni in questi 6 mesi per evitare un'altra chiusura totale, economicamente penalizzante nei confronti di tutte le attività, alcune delle quali già agonizzanti. 

Parola d'ordine: attendere, ma alcune Regioni "pressano"

Intanto i presidenti di regione continuano ad alzare l’asticella e ieri sono arrivati a chiedere di impedire i trasferimenti non solo tra regioni, ma anche tra comuni. La Sicilia (Musumeci) si è già fatta avanti. La Sardegna (Solinas) ha chiuso porti e aeroporti mentre tra i provvedimenti presi dalla Campania c’è anche il divieto di circolazione tra province.

Adesso quindi la parola d'ordine è: attendere. Dieci giorni prima di un lockdown "morbido" che probabilmente prevederà il divieto di uscire di casa se non per ragioni di scuola, lavoro o salute e il blocco totale degli spostamenti tra regioni. Per cominciare. Poi si vedrà. Con un occhio alla situazione in Germania, Francia e Spagna, oltre all'Irlanda dove c'è già un esempio di lockdown morbido, con le scuole aperte e la facoltà di arrivare fino a cinque chilometri da casa.

Un nuovo Dpcm nei prossimi giorni e il coprifuoco alle 21 in tutta Italia: l'ipotesi

E un altro occhio, spiega oggi Repubblica in un articolo a firma di Tommaso Ciriaco, a mercoledì prossimo per testare l’effetto delle mascherine universali sulla curva, anche se prima chiuderà le palestre:

Poi inizierà a ragionare su cosa fare a inizio novembre, al termine dei dieci giorni. Valuterà i limiti ai movimenti non essenziali, che comunque approverà solo dopo eventuali scelte drastiche di altre Cancellerie europee. Consapevole, però, che dieci giorni rischiano di essere troppi. Almeno su questo, non c’è neanche bisogno di confrontarsi con Speranza

«Il lockdown generalizzato può essere evitato se vengono prese misure rapide, urgenti e forti adesso, ma non con quelle prese attualmente» ammonisce intanto il consulente di Speranza Walter Ricciardi sostenendo che si è arrivati a questa situazione «perché non abbiamo fatto quello che avremmo dovuto fare due settimane fa». Anche il direttore delle malattie infettive del Sacco di Milano Massimo Galli è perenorio: «Se la tendenza non viene invertita nei prossimi 20 giorni è possibile che saranno necessari poi interventi molto più drastici. Se necessario anche il coprifuoco in tutta Italia. È aritmetica, non scienza». Si interverrà, dunque, ma come? La parola d'ordine è "gradualità": è probabile che i primi a chiudere saranno le sale giochi e i centri commerciali, poi toccherà alle palestre - anche se il ministro Vincenzo Spadafora ha emanato il nuovo protocollo che introduce norme più stringenti proprio per evitare la chiusura - poi ancora sarà la volta di bar e ristoranti e, se necessario, si arriverà al divieto di spostamento tra le regioni. Il giro di vite, racconta oggi il Corriere della Sera, prevede il coprifuoco alle 21 in tutta Italia come misura estrema:

Se tra sette giorni non si sarà invertito l’andamento della curva, scatterà il coprifuoco in tutta Italia alle 21. Misura estrema, che il premier Conte aveva respinto anche perché comporterebbe la serrata di bar e ristoranti. Limitando gli spostamenti si spera di frenare la corsa del virus, così da non arrivareaquella soglia massima di terapie intensive — 2.300, il 30 per cento del totale di posti — che rischia di far scattare il lockdown.

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