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Coronavirus

Green pass valido 6 mesi e rilasciato solo ai vaccinati, se ne discute

Tra le ipotesi anche il dimezzamento della validità dei tamponi mentre incombe il "pericolo" giallo

Mentre Bertolaso afferma che la terza dose del vaccino anti covid spetterà a tutti, o perlomeno a tutti quelli che hanno fatto la seconda da almeni sei mesi, mentre si vanno delineando le misure natalizie di contenimento del contagio, si affacciano anche nuove ipotesi che rigurdano il green pass, che già di suo fa discutere da mesi, con l'avvicinarsi di alcune regioni, per ora non succederà in Lombardia, alla zona di allerta gialla

Gli esperti premono, come riassume Today, sull'esigenza della terza dose di vaccino e sull'opportunità di ridurre la durata del green pass o di vincolarlo unicamente al vaccino e non ai tamponi. Speranza, sul tema green pass, evidenzia che, a oggi, è valido fino alla scadenza dei 12 mesi dal richiamo: "Nessuno finora ha un intervallo di 12 mesi dalla seconda dose, per la durata del green pass valuteremo le indicazioni del Comitato tecnico scientifico". Andrea Crisanti ritiene che "andrebbe legato ai vaccini, non ai tamponi, e fatto durare sei mesi dall'ultima dose". Significherebbe che per avere il Green Pass bisognerà essere vaccinati o guariti: solo un'ipotesi per ora.

Alcuni esperti sono scettici sull’attendibilità del tampone rapido, parlano di numerosi "falsi negativi" e per questo vorrebbero escluderlo come strumento diagnostico per il green pass. Su questo Speranza ha invitato alla cautela visto che le farmacie ne fanno migliaia al giorno e rischierebbero in questo caso di essere tagliate fuori dal sistema di controllo della pandemia. L’alternativa allo studio sarebbe quella di ridurre la validità del test molecolare da 72 a 48 ore e di quello antigenico da 48 a 24 ore. Ma molti cittadini che non vogliono vaccinarsi ricorrono al tampone per ottenere il green pass che consente loro di andare al lavoro, e una stretta del genere sarebbe davvero molto impattante anche a livello economico sulle famiglie.

Uno scenario estremo ma non inedito in Europa. Da ieri infatti in Austria per 1,6 milioni di non vaccinati scatta una sorta di lockdown. Non potranno uscire di casa le persone che non osservano la regola del 2G ("geimpft" o "genesen", immunizzati o guariti dal Covid-19 entro 180 giorni), tranne che per andare al lavoro, per fare le commissioni di base, per andare dal medico o per fare sport all'aria aperta. Vietati ristoranti, caffè, parrucchieri, impianti sportivi, teatri, cinema e tutte le altre attività sociali. In tutto il Paese l'obbligo di mascherina FFP2 al chiuso.

L'andamento dell'epidemia in Italia e le previsioni su zone gialle e arancioni

Da quanto emerge dall'analisi dei numeri nei bollettini quotidiani forniti da Ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità, nella settimana appena trascorsa, 8-14 novembre 2021, i contagi da Covid-19 in Italia sono saliti del 42,17% rispetto alla settimana precedente 1-7 novembre: in totale 51318 casi contro 36095. Un balzo di 15223 casi in più: più del triplo della differenza tra la settimana 1-7 novembre e 25-31 ottobre (erano stati 5303 in più, con una crescita totale del 17,22%). Quanto ai decessi, nell'ultima settimana sono aumentati del 34,02% (390 vs 291); i nuovi ingressi in terapia intensiva invece, sempre nel confronto tra 8-14 novembre e 1-7 novembre, sono cresciuti del 24,09% (273 vs 220), un aumento che comunque segna un rallentamento rispetto a quello della settimana precedente, quando la crescita era stata del 31,74%.

Saranno i dati di giovedì per quel che riguarda i ricoveri (nei reparti ordinari e intensivi) e l'incidenza, quelli che poi saranno elaborati e utilizzati per il monitoraggio dell'Iss ogni venerdì, il quale stabilirà eventuali restrizioni territoriali. Se il trend in aumento, seppur non rapidissimo, non si arresterà in questa seconda metà di novembre, è possibile che intorno alla fine di novembre-inizio di dicembre alcune Regioni si troveranno in una situazione molto scomoda e la zona gialla o arancione un'ipotesi realistica. Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Valle d'Aosta e provincia di Bolzano temono il cambio colore già da lunedì 22 novembre. 

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