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La prima settimana con l'obbligo del green pass al lavoro

Lunedì ci sarà ancora tempo per proporre le ultime modifiche alle regole sul certificato verde

Como da lunedì 18 ottobre affronta la prima settimana di green pass obbligatorio per lavorare. Se venerdì 15, la città (e tutta l'Italia) tutto sommato ha retto alla grande la novità, la tenuta del sistema dovrà confermarsi sulla lunga distanza. C'è chi chiede di cancellare il green pass a stretto giro di posta e chi ne chiede modifiche sostanziali a soli tre giorni dall'entrata in vigore della misura. Matteo Salvini ha parlato di novembre, mentre il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ne ipotizza la fine in contemporanea con la fine dello stato d’emergenza il 31 dicembre 2021. È quella al momento la data "di scadenza" più probabile.

Dopo il D-Day di venerdì, si attende la prova di lunedì per il green pass ma intanto, le certificazioni verdi scaricate hanno superato quota 100 milioni, con un'accelerazione proprio a cavallo dell'entrata in vigore dell'obbligo per i lavoratori: 2,5 milioni i pass emessi tra giovedì e sabato. Di questi, 1,8 milioni derivano da tamponi. La 'macchina' dei test sarà messa sotto stress in settimana, vista la grande richiesta e la loro breve validità (48 ore). Oltre alle proteste ancora in atto, sarà normale vedere code davanti alle farmacie che fanno il tampone. Anche se restano i timori di un aumento delle defezioni sul lavoro, dopo il +23% di certificati di malattia registrato venerdì rispetto a quello della settimana precedente.

Lunedì alle 18 scade il termine per la presentazione in Senato degli emendamenti sulla conversione del decreto che ha imposto l’obbligo di green pass sul lavoro. La Lega vuole "eliminare gli aspetti più rigidi del decreto": il Carroccio chiederà prezzo calmierato per i tamponi, l’allungamento della validità dei test, da 48 a 72 ore, l’estensione del certificato ai guariti dal covid negli ultimi 12 mesi (ora sono 6), ma la Lega eviterà lo scontro.

Chi controlla il green pass?

Ogni amministrazione/azienda è autonoma nell’organizzare i controlli, nel rispetto delle normative sulla privacy. I datori di lavoro definiscono le modalità operative per l'organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell'accesso ai luoghi di lavoro. È opportuno utilizzare modalità di accertamento che non determinino ritardi o code all’ingresso. Nelle pubbliche amministrazioni, laddove l’accertamento non avvenga al momento dell’accesso al luogo di lavoro, esso dovrà avvenire su base giornaliera, prioritariamente al mattino, potrà essere generalizzato o a campione, purché in misura non inferiore al 20% del personale presente in servizio e con un criterio di rotazione che assicuri, nel tempo, il controllo su tutto il personale dipendente. Oltre all’app “VerificaC19”, saranno rese disponibili per i datori di lavoro, pubblici e privati, specifiche funzionalità che consentono una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni. 

Multe fino a 1.500 euro per chi non ha il green pass

Il lavoratore, pubblico o privato, è considerato assente ingiustificato, senza diritto allo stipendio, fino alla presentazione del green pass; nel caso di aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta. Lo ricordano le faq del Governo. Nel caso in cui il lavoratore acceda al luogo di lavoro senza green pass, il datore di lavoro deve poi effettuare una segnalazione alla Prefettura ai fini dell’applicazione della sanzione amministrativa. Infatti il lavoratore che accede al luogo di lavoro senza green pass è soggetto, con provvedimento del Prefetto, a una sanzione amministrativa che va da 600 a 1.500 euro. Vengono poi applicate anche le sanzioni disciplinari eventualmente previste dai contratti collettivi di settore. Oltre alla retribuzione, non sarà più versata al lavoratore senza green pass qualsiasi altra componente della retribuzione, anche di natura previdenziale, avente carattere fisso e continuativo, accessorio o indennitario, previsto per la giornata di lavoro non prestata. I giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione delle ferie e comportano la perdita della relativa anzianità di servizio.

Chi non può vaccinarsi

I soggetti che, per comprovati motivi di salute, non possono effettuare il vaccino contro il covid-19, dovranno esibire un certificato contenente l’apposito “QR code” in corso di predisposizione. Nelle more del rilascio del relativo applicativo, il personale esente - previa trasmissione della relativa documentazione sanitaria al medico competente dell’amministrazione di appartenenza - non potrà essere soggetto ad alcun controllo

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