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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Coronavirus

Scuole chiuse nelle aree ad alto rischio covid: ecco cosa cambia con il nuovo Dpcm

Alle 18:45 la conferenza stampa ma non sarà il premier Draghi a presentare le nuove misure anti contagio. Ecco tutto quello che sappiamo sul nuovo decreto coronavirus

Chiusura totale delle scuole di ogni ordine e grado nelle zone rosse, mentre libertà di scelta per i governatori delle regioni che ricadono in zona arancione. Di sicuro sono già chiuse da domani 3 marzo - per ordinanza di Fontana - le scuole che si trovano in zona arancione rinforzata come la provincia di Como. Sarebbero quindi queste le nuove regole per le scuole decise dal Governo con il nuovo Dpcm firmato dal Premier Mario Draghi, dopo essere stato prima discusso tra con i Ministri e il Cts e poi presentato ai presidenti delle Regioni. Per l’ufficialità si attende una conferenza stampa programmata per le 18,45 di questa sera a Palazzo Chigi. 

Dunque nessuna apertura per le regioni ad alto rischio contagio, mentre c’è uno spiraglio per i territori dove il rischio viene considerato medio o basso. Ma su che base un governatore dovrebbe decidere se chiudere o meno? La stella polare è la soglia critica di incidenza pari a 250 contagi ogni 100mila abitanti. Ad indicare il parametro sono stati proprio gli esperti del Cts, presenti alla cabina di regia iniziata intorno alle 10,30  insieme al premier Mario Draghi, i ministri Roberto Speranza, Maria Stella Gelmini, Daniele Franco, Patrizio Bianchi, Giancarlo Giorgetti, Dario Franceschini, Stefano Patuanelli, Elena Bonetti. 

Dpcm scuole, la situazione nelle Regioni 

Il tema scuola resta dunque molto caldo, anche perché su questo sindaci e presidenti delle regioni, in questi ultimi giorni, avevano anticipato le chiusure proprio per il timore che il contagio della variante inglese del Covid  si propagasse troppo. La settimana scorsa il numero 1 della Campania Vincenzo De Luca aveva deciso la chiusura totale delle scuole in tutta la regione; ieri Bonaccini ha imposto una zona arancione rinforzata in quasi tutta l’Emilia Romagna chiudendo di fatto tutte le scuole salvo i servizi educativi da 0-3 anni e le scuole dell’Infanzia; stessa cosa ha fatto Fontana in Lombardia, dove le scuole restano chiuse e dove sono state rafforzate con l’arancione scuro le province di Como e Cremona, insieme ad una serie di comuni della città metropolitana di Milano. Ad Ancona, il sindaco ha imposto la chiusura di tutte le scuole del capoluogo senza aspettare né Dpcm, né eventuali decisioni dalla Regione Marche. La regione Piemonte è arancione ma le scuole sono tutte chiuse, compresi gli asili, in sette comuni della Valle Vigezzo fino al 5 marzo. In Abruzzo è stata disposta la sospensione delle lezioni in presenza su tutto il territorio regionale a partire dal primo marzo e fino a nuova ordinanza. Nel Lazio poco più di 14.100 alunni di piccoli comuni dichiarati in zona rossa non possono seguire le lezioni in presenza. Intanto finiscono in zona rossa anche i comuni di Briatico, Dasà, Gerocarne e Sorianello, tutti in provincia di Vibo Valentia. 

Dpcm scuole chiuse, quanto aumentano i contagi

Insomma, la scuola resta un fattore preoccupante per i governatori locali. Lo confermano anche i dati forniti dal matematico Giovanni Sebastiani dell'Istituto per le applicazioni del calcolo "Mauro Picone" del Cnr il quale, intervenendo su Rai Radio1, ha detto che “ci sono numerosi studi relativi a decine e decine di Paesi che dimostrano che il passaggio dalla didattica a distanza a quella in presenza fa crescere l'indice Rt del 25%, mentre il passaggio inverso lo fa abbassare nella stessa misura”, specificando come il problema non sia la scuola o l’attività scolastica in sé in problema, quanto il mondo di attività che ad essa sono collegate: in primis trasporti e socialità. 

Dpcm, le altre regole a partire dal 6 marzo 

C’è attesa anche per tutte le altre regole che dovrebbero definire la vita delle persone fino al prossimo 6 aprile e tra le novità c’è sicuramente la chiusura nella zone rosse di barbieri e parrucchieri. Resta valido il solito divieto ai viaggi turistici e gli spostamenti tra Regioni salvo le motivazioni a cui ormai siamo abituati: salute, lavoro e stato di necessità. Resta anche la possibilità di rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Piscine e palestre restano chiuse e nessuna apertura per i ristoranti la sera. Tuttavia nel documento che il Governo si appresta a presentare ci sono delle aperture. Intanto si potranno invitare a casa amici e parenti, ma senza il liberi tutti a feste o assembramenti domiciliari. Ma la novità è la possibile riapertura di cinema e teatri. Sarà inoltre possibile andare al museo e su prenotazione anche nel weekend. 

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