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Sabato, 20 Aprile 2024
Coronavirus

Covid, è vero che la variante inglese colpisce in particolare i bambini? L'Iss chiarisce i dubbi

Aumentano i focolai di questa variante nelle scuole della Lombardia, le risposte dell'Istituto della Sanità

Poco meno di due settimane fa avevamo scritto del caso della scuola di Stabio, dove un'intera classe (qui la notizia) era stata messa in quarantena perchè un bimbo era positivo alla così detta variante inglese del covid. 

Una realtà che preoccupa quindi, dato la vicinanza, anche Como e il nostro territorio, considerando i casi rilevati anche nel milanese e in Lombardia in generale. La domanda che tutti si pongono è se le varianti del coronavirus colpiscono in maniera particolare i bambini. Risponde direttamente l'Istituto superiore della Sanità nelle sue Faq. "Fino a questo momento - scrive l'Iss - le varianti più preoccupanti non sembrano causare sintomi più gravi in nessuna fascia di età. La malattia si presenta con le stesse caratteristiche e i sintomi sono gli stessi di tutte le altre varianti del virus".

Quello che invece cambia, come specificano gli esperti è l'elevata contagiosità: "In termini di trasmissibilità la variante 'inglese' manifesta un aumento per tutte le fasce di età, compresi i bambini". Tuttavia, ribadisce l'Iss: "Ci sono ancora molti studi in corso, ma al momento non sembra che la variante inglese abbia come target specifico i bambini, non li infetta in maniera particolare rispetto agli altri. Per quanto riguarda le altre varianti i dati non sono ancora sufficienti a formulare ipotesi". 

La variante inglese sembra prendere il sopravvento in tutta la Regione Lombardia. La vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti ha detto che "purtroppo le varianti sono presenti in Lombardia con una percentuale pari al 30% riscontrata nei tamponi positivi, che potrebbe arrivare nelle prossime settimane al 60/80%, esattamente come sta accadendo in altri Paesi".

La variante inglese del covid

Nel caso della variante inglese a mettere in allarme gli esperti è soprattutto l’elevata contagiosità del ceppo che si è originato a settembre nel Kent e che nel giro di soli due mesi è diventato dominante nel Regno Unito facendo esplodere i contagi e le vittime. Secondo virologi ed epidemiologi questa variante ha un tasso di contagiosità più elevato, ma non è ancora chiaro se sia causa di una letalità maggiore. I vaccini ad oggi in commercio hanno dimostrato una buona efficacia contro la variante inglese, mentre alcuni test condotti su alcuni campioni hanno mostrato una mutazione (chiamata "E484k") già osservata nelle varianti che hanno avuto origine in Brasile e Sudafrica. Per ora si tratta di pochi casi, ma la circostanza è preoccupante. I ceppi isolati in Sudafrica e in Brasile si sono dimostrati più abili nell’eludere gli anticorpi e dunque potrebbero inficiare anche l'efficacia dei vaccini.

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