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Covid, 202 i medici deceduti: tra loro anche il dottor Meroni del Valduce

Aveva 83 anni ed era in pensione: tornato in corsia per dare il suo aiuto ai colleghi in difficoltà

Sono 202 i medici deceduti dall'inizio della pandemia. Duecento e due medici che hanno lottato in prima linea, contro il covid e per salvare le nostre vite, e non ce l'hanno fatta a preservare le loro. È proprio nelle corsie che si annidava più forte che mai il covid e mai nessuno di loro si è tirato indietro da turni massacranti, paure, decisioni da prendere. Loro come del resto tutti gli infermieri e gli operatori sanitari e chiunque abbia lavorato negli ospedali, nelle RSA, nei pronto soccorso in questo maledetto periodo. 

Di questi 202 medici, ventitrè sono le vittime della seconda ondata, ovvero deceduti tra il primo ottobre e il 18 novembre, numeri riportati anche da Repubblica.

Nella triste lista c'è anche Pierantonio Meroni, 83 ginecologo in pensione, che era tornato a lavorare per aiutare i colleghi in difficoltà. 

Lo ricorda Gianluigi Spata, presidente dell'Ordine dei Medici della Lombardia: «Un uomo con un grandissimo attaccamento al lavoro, il suo gesto, quello di tornare al lavoro pur essendo in pensione e all'età di 83 anni, è un vero gesto d'amore verso la sua professione e verso i suoi colleghi».

In merito alla situazione attuale negli ospedali, Spata sottolinea come non siano i medici a mancare, ma gli specializzati. «Ci sono 20mila medici che aspettano di specializzarsi e c'è bisogno di un ricambio generazionale, di formazione e di borse di studio che permettano tutto questo. C'è una sorta di precariato, un imbuto formativo che paralizza il ricambio tra generazioni». Spata ribadisce con forza quanto sia importante fornire il personale medico di tutte le protezioni per evitare il contagio e fermare il numero degli operatori sanitari che rimangono vittime del covid. 

In ricordo del dottor Meroni arrivano anche le parole toccanti della collega Anna Tusei, medico ginecologo del Valduce: "È capitato di notte, 21 agosto 2016, prima del previsto, che la nipotina del dott Meroni volesse venire al mondo in fretta. Ero di turno. Al mattino la mano sulla mia spalla del “maestro” dottor Meroni ha condiviso la tensione tra colleghi di un intervento in emergenza.  Poi la commozione, ad ogni compleanno, di avere la foto di Agata, che cresceva sana e bella, orgoglio del “nonno” dottor Meroni. Lo ricordo così, con la luce negli occhi al pensiero della sua bella famiglia, e sento la mano sulla spalla, a sostegno delle prove della nostra professione".

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