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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Coronavirus

Il coprifuoco alle 23 da lunedì 24 maggio: come cambiano le regole in zona gialla a Como e in Lombardia

L'esecutivo al lavoro anche sul cambio dei parametri per la zona rossa e arancione. Ma c'è anche chi già vede la zona bianca

Il coprifuoco si sposta a partire da lunedì 24 maggio. E la Cabina di Regia del governo per decidere sulle riaperture, che sarà alla base del nuovo decreto del governo Draghi, rimane confermata per il 17. Anche se il centrodestra al governo aveva chiesto di anticipare tutto a questa settimana insieme a Italia Viva. Quando al massimo si prenderanno decisioni sull'indice di contagio Rt e su Regioni e zone. 

Il coprifuoco è però soltanto uno dei punti sui quali Mario Draghi intende muoversi con maggiore cautela, senza farsi tirare per la giacchetta da Matteo Salvini, Matteo Renzi o Silvio Berlusconi. E così, mentre cambia i vertici dei servizi segreti con l'esordio di una donna, Elisabetta Belloni, a capo del Dis, il presidente del Consiglio è pronto a varare una fase nuova sui parametri di valutazione della circolazione della pandemia. Mentre l'aumento delle vaccinazioni e l'apertura della stagione turistica gli consentono di guardare con ottimismo ai prossimi mesi. 

Per questo l'indice di contagio Rt andrà in soffitta e al suo posto farà l'esordio il tasso di occupazione degli ospedali e delle terapie intensive, che viene chiamato attualmente Rt ospedaliero. Mentre si pensa di limitare la zona rossa: niente più intere regioni ma solo i territori che hanno i numeri del contagio in crescita. Da questo punto di vista i numeri fanno ben sperare, con almeno tre regioni (Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Molise) che aspirano alla zona bianca - dunque senza la limitazione del coprifuoco - entro la fine di maggio.

La Conferenza delle Regioni ha recapitato una proposta attraverso un documento consegnato al governo con lo scopo di entrare in "un'ottica di superamento definitivo del sistema delle zone - come ha detto lo stesso presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga - e di "garantire ai territori la necessaria tutela da repentini declassamenti". L'agenzia di stampa Ansa scrive che però i quattro colori almeno per il momento resteranno, ma saranno vincolati soltanto all'indice di contagio. Sarà stabilito anche un numero minimo di tamponi da effettuare, che sia proporzionale ai quattro livelli di incidenza: in zona rossa, che scatterebbe con oltre 250 casi Covid su 100mila abitanti, andrebbe effettuato un minimo di 500 tamponi. In arancione, tra i 150 e i 249 casi, il minimo è 250 test. In gialla, tra i 50 e 149 casi, se ne effettuano almeno 150. In bianca, fino a 49 a casi, almeno 100.

Ma il passaggio in zona rossa avverrebbe anche se il livello di occupazione di area medica ospedaliera e area intensiva arrivasse rispettivamente al 40% e al 30% (oppure, altra ipotesi, 30% e 20%), dunque con il calcolo del cosiddetto Rt ospedaliero . L'idea dei governatori è anche quella di ancorare definitivamente a questi indicatori le varie aperture (con il coprifuoco che rimarrebbe soltanto in area rossa), generando "automatismi per gli scenari che coinvolgono le attività sociali ed economiche". Soglie che potranno essere riviste anche ogni mese, in relazione alle coperture vaccinali raggiunte e all'evoluzione dello scenario epidemiologico.

Un decreto in arrivo per il fine settimana?

Le nuove regole potrebbero essere contenute in un nuovo decreto da varare entro la fine di questa settimana. Affinché venga applicato da subito dal ministro della Salute Roberto Speranza con le nuove ordinanze attese per il fine settimana dopo il report dell'Istituto Superiore di Sanità sull'emergenza coronavirus nelle regioni. Intanto da una prima proiezione sui dati attuali emerge che, se i nuovi parametri fossero già in vigore, le regioni sarebbero quasi tutte in fascia gialla, nessuna in arancione e un paio in zona bianca. 

Resta fissata per lunedì, quindi, la cabina di regia del Governo, che avrà come tema centrale il coprifuoco ma punterà anche a fissare nuove date, come quelle per la ripresa del mondo del wedding. Repubblica aggiunge che da metà giugno si osserverà anche cosa succede ai ricoveri nelle realtà in zona arancione.

Se i letti di terapia intensiva e quelli internistici occupati da pazienti Covid sono, rispettivamente, più del 30 e del 40% del totale scatta il rosso. Se invece i dati sono inferiore al 20 e al 30% si va in giallo.

Visto che l’incidenza si basa sul numero dei casi diagnosticati, si indica quale sia, in base alla situazione epidemiologica, il numero minimo di test per 100mila abitanti che devono fare le Regioni. Il rischio, che si calcola valutando i 21 indicatori usati fino a oggi per il monitoraggio, dovrebbe aiutare a capire se una Regione è da zona gialla o arancione.

Le Regioni vogliono anche una revisione del criterio che costringe a rimanere in zona rossa per almeno 14 giorni anche con i dati in miglioramento. La Stampa aggiunge che nella formula finale un peso, sia pur ridotto, lo avrà anche l’Rt, che per gli scienziati del Cts ha comunque un valore predittivo, per cui escluderlo del tutto farebbe correre il rischio di intervenire quando è troppo tardi. 

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