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Sepolture, l’accusa di Civitas: “Comune di Como troppo rigido nell'applicare le regole anti-covid”

Ecco come vanno le cose in altre città

Il Comune di Como ha deciso di applicare alla lettera le prime indicazioni riguardo alla gestione delle sepolture in tempo di coronavirus. Quindi cimitero vuoto, assenza assoluta dei familiari e anche del sacerdote. Ma è soprattutto da quando altre città hanno fatto notevoli aperture, che le opposizioni e in particolare Civitas hanno attaccato il primo cittadino di Como. Altrove infatti, grazie alla possibilità di derubricare questo servizio come accessorio e di farlo diventare quindi di fatto essenziale, molti comune permettono ora la presenza di due o più famigliari e di un sacerdote o altro funzionario religioso, a seconda della confessione.

“Abbiamo visto - dicono inoltre da Civitas - come il Comune di Como sia ligio al rigore, ligio nell’usare criteri rigorosi per l'assegnazione delle risorse, dimenticando la straordinarietà dell'emergenza che stiamo vivendo. Lo stesso rigore viene messo in campo da Palazzo Cernezzi anche per quanto riguarda l'estremo saluto”.

È la stessa lista civica a proporre delle soluzioni: "Davvero non ci si può adeguare con delle misure di sicurezza, mantenendo le distanze in un luogo aperto e deserto come il cimitero e dotandosi di dispositivi di prevenzione? Davvero si è più a rischio in pochi al cimitero per l'ultimo saluto, che in coda al supermercato?".

Civiltà, empatia e sicurezza, secondo gli esponenti di Civitas, potrebbero coniugarsi in questa emergenza, per dare la possibilità anche alle famiglie comasche di poter piangere, seppur con mille limitazioni, i propri cari durante la sepoltura: "Riteniamo serva rispetto verso chi sta vivendo un lutto, così come serve tutelare la salute pubblica. Una cosa non esclude l'altra e ci auguriamo che il Comune di Como procede in questa direzione”.

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