Decreto anti-covid: ecco quante aziende comasche hanno chiesto di rimanere aperte
Tre i criteri fondamentali per presentare domanda
La prefettura di Como ha stilato un primo bilancio sulle ditte della provincia, attive nell’industria o nel commercio, che hanno dichiarato di proseguire la propria attività nonostante il decreto anti-covid del 22 marzo, perché il loro operato rientra in uno di questi casi:
- Il lavoro garantisce la continuità delle filiere considerate fondamentali
- Si basano su impianti a ciclo produttivo continuo, dalla cui interruzione potrebbe derivare un pericolo di incidenti
- Operano in settori legati a quello aerospaziale e della difesa o di altre attività con rilevanza strategica nazionale.
Oggi sono 1.130 le aziende che hanno comunicato l’intenzione di proseguire la propria attività, ma questo numero è in continuo aumento.
Delle richieste finora arrivate, 1.038 sono state esaminate, mentre per le altre è stato necessario richiedere documentazione integrativa.
18 sono state le autorizzazioni rilasciate in settori strategici per l’economia nazionale. 33 le aziende che hanno dichiarato di operare mediante impianti a ciclo continuo.
Sono invece stati adottati 4 provvedimenti di sospensione verso aziende che non presentavano i requisiti per essere autorizzate a proseguire.
“Per l’esame delle comunicazioni pervenute - fanno sapere dalla prefettura - è stata costituita un’apposita commissione, che si avvale della collaborazione della Camera di Commercio, delle Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL e UIL e delle Associazioni di categoria, oltre che delle Forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco.