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Como, agenzie di viaggio senza clienti, Sofia: "Il sistema a colori è destabilizzante. La vita è sospesa"

"Non si capisce se si può uscire dal proprio comune, come si può programmare un viaggio?"

Con Sofia Brandolese, titolare di Padiglioni Lontani, una nota agenzia viaggi nel centro di Como, ci eravamo sentite a maggio, dopo il primo lockdown. Nonostante le difficoltà, sia lei che alcuni suoi colleghi, che lavorano nel turismo settore out going (ovvero chi organizza le vacanze dei comaschi in Italia e nel mondo) erano ottimisti: torneremo a viaggiare, dicevano. Il covid era entrato prepotentemente nelle nostre vite. E loro, come tanti, avevano riposto fiducia nel Governo che stava gestendo una situazione nuova e terribile. Nessuna recriminazione quindi, ma tanta volontà di superare il periodo. Parliamo del primo lockdown, dove senza sosta si sono messi, gli agenti di viaggio, a riproteggere e rimborsare chi aveva già prenotato. Perchè per loro, al primo posto c'è sempre il rapporto col cliente. Poi un'estate strana. Dove fino all'ultimo non si capiva bene cosa fosse concesso fare. 

«Ma nonostante tutto, ci spiega Sofia, questa estate qualcosa si è fatto. Ma soprattutto si è rinnovato l'entusiasmo e abbiamo cominciato settembre carichi di speranze.»

Il resto è storia: prima arancioni, poi rossi, poi giallo scuro ( sotto Natale), di nuovo rossi e poi arancioni. Anzi no, gialli: i dati erano sbagliati. E ad ottobre l'ottimismo ha lasciato posto all'incertezza e all'ansia.

Se c'è un settore già altramente compromesso dalla pandemia, più di molti altri, questo è il turismo, soprattutto l'outgoing (ovvero i viaggi fuori regione, o all'estero). Parliamo di una perdita, ci parla Sofia, che va dall'80 al 90%. 

«Qualcosa si è fatto con i pullman, questa estate, chiaramente diminuendo la capienza dei posti, come da norme anti-covid e andando in zone permesse. Ma il 2020 è stato un bagno di sangue.»

Da ottobre, quindi è cominciato l'alternarsi quasi frenetico dei colori. «Questa cosa mi ha lasciato e mi lascia molta confusione. Ma soprattutto non da, a noi agenti di viaggio, la possibilità di fare un minimo di programmazione. La gente ha voglia di partire, nonostante tutto, chiedono, si informano ma c'è troppo caos. Non si capisce se si può uscire dal proprio comune, come può programmare un viaggio?»

Le vacanze dei vip 

Ci sono poi i vip ( o presunti tali) , sui social, che fanno un pò quello che vogliono: foto e video dalla montagna, da Dubai, qualcuno anche dalle Maldive. Chiedo a Sofia come sia possibile.

«La situazione del turismo è davvero, concedimi il termine, borderline. Chi dispone di canali preferenziali riesce a fare ciò che vuole, a discapito anche di noi onesti lavoratori. Siamo stati penalizzati anche in questo. Abbiamo cercato di fare le nostre battaglie, senza risultati».

Qualche Tour Operator ( appoggiato da agenzie di viaggi) ha provato a chiedere dei corridoi turistici verso destinazioni (come Zanzibar o le Maldive e prima Dubai) considerate a basso rischio. Magari anche un solo volo a settimana, con scalo Milano- Roma, ma al momento non è stato approvato nulla del genere. 

Perchè non si fanno i tamponi ?

La mia domanda a questo punto, è sorta spontanea. Se una persona ha la disponbilità economica di andare alle Maldive, per esempio, perchè non ci si attrezza con tamponi o test rapidi prima della partenza e del rientro? In fondo non crediamo che siano ( per una vacanza di quel tenore) 100 euro a fare la differenza. 

Sofia Brandolese ci risponde senza troppi peli sulla lingua, con una domanda: «Non c'è la capacità o la volontà di voler far viaggiare la gente?».

Questa estate, per esempio, si poteva andare in Spagna ( che aveva molti contagi) ma non in altre destinazioni quasi covid free. 

Gli aiuti non arrivano, o meglio, arrivano spezzettati: « Ho ricevuto a spot pochi soldi e a novembre (i famosi ristori) 2000 euro che ho dovuto dare indietro perchè si erano sbagliati».

Da ottobre in avanti, insomma le agenzie di viaggio e i Tour Operator vivono in un limbo. Dove oltre al giallo, rosso, arancione e bianco ci sono altre mille incognite da considerare: i musei aperti o chiusi ( per poter organizzare almeno delle gite fuori porta), i visti, la possibilità di viaggiare fuori dall'Italia per turismo. I charter dei grossi tour operator fino a marzo-aprile, con ogni probabilità non riprenderanno. Non c'è nessuna data da poter dare, ad oggi, 29 gennaio, ad un ipotetico cliente che voglia acquistare un viaggio. 

Nessuna programmazione è possibile. 

«Io tengo aperta l'agenzia, per farmi vedere dalla gente, un po’ per marketing. Como è piccola e le persone in giro passano a salutarmi. Chiedono e domandano. Perchè la voglia di viaggiare, quella c'è ancora.»

E intanto molti altri addetti del settore, che non hanno voluto rendere pubbliche le loro testimonianze, una cosa ci hanno chiesto di scrivere: «Abbiamo perso i risparmi di una vita, adesso, se le cose non cambiano, non sapremo più come fare».

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