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Sì alla Comunione per i divorziati risposati: il vescovo di Como indica il cammino

La nota pastorale di monsignor Oscar Cantoni

Le persone divorziate e risposate potranno riaccostarsi al sacramento dell'Eucaristia dopo un percorso di discernimento accompagnate da un sacerdote. 
Sono le linee guida indicate dal Vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, in una nota pastorale scritta per dare applicazione nella diocesi lariana al capitolo 8 dell'Amoris Laetitia, l'esortazione apostolica di Papa Francesco dedicata all'amore nella famiglia. 
Una nota frutta di oltre 1 anno e mezzo di lavoro e confronto tra sacerdoti, laici, operatori ed esperti sui temi dottrinali, teologici, pastorali e antropologici e diffusa mercoledì 14 febbraio 2018. Una data scelta non a caso: è infatti la ricorrenza di San Valentino, festa degli innamorati, ma anche mercoledì delle Ceneri, il giorno che segna l'inizio della Quaresima. La gioia dell'amore, dunque, anche se a volte in un percorso difficile, e l'avvio del cammino verso la Pasqua perchè "quello che si vuole indicare è un cammino, non una ricetta facile", come ha spiegato Don Luigi Savoldelli, responsabile della Pastorale familiare. 

Le parole del Vescovo di Como

La nota, documento ufficiale del Magistero del vescovo Cantoni, si articola in 28 paragrafi: "Non sono regole generali - ha precisato il vescovo- ma vanno applicate alle situazioni concrete delle persone concrete poste in una realtà difficile. Dobbiamo essere una chiesa dalle porte aperte, che assicura a ciascuno il suo posto pur nella sua vita faticosa. Dobbiamo rendere l'immagine di Dio e tutti devono avere la possibilità di amarlo e raggiungerlo. Credendo che tutto sia bianco o nero- ha concluso- a volte chiudiamo la via della grazia e scoraggiamo percorsi di santificazione. Il testo vuole proporre un cammino per indicare le vie attraverso cui giungere a una riconciliazione piena con Dio nella Chiesa. In modo che anche i fedeli che vivono situazioni difficili, a certe condizioni, possano ricevere l'Eucaristia, che è sostegno per i deboli e non dono per i perfetti".

Le premesse

Punto di partenza di fronte alle coppie che giungono ad una separazione è quello di incoraggiare la fedeltà al vincolo coniugale. "È possibile, in certi casi, - ha spiegato don Savoldelli -anche una indagine per comprendere se il matrimonio precedentemente celebrato fosse nullo, per gravi ragioni che vanno poi dimostrate in sede giudiziale: non si tratta del “divorzio cattolico” - ha precisato- ma della ricerca della verità, che porta ad appurare l’inesistenza del vincolo coniugale (per esempio per un grave difetto del consenso espresso)".
I divorziati che contraggono un nuovo matrimonio vengono a trovarsi in una condizione “irregolare” rispetto alla dottrina della Chiesa, ma vengono comunque invitati a partecipare alla vita della comunità cristiana. Come ricordato da don Savoldelli, l’insegnamento di san Giovanni Paolo II, nella Esortazione “Familiaris consortio” del 1981, indicava l’eventualità, per una coppia in questa situazione, di continuare la convivenza coniugale quando “seri motivi” (ad esempio la presenza di figli nati dalla nuova unione) fossero in contrasto con l’obbligo morale della separazione. Veniva, in questi casi, concessa eventualmente la possibilità di accostarsi alla comunione, dopo essersi confessati, ma a due condizioni: l’astensione dai rapporti coniugali e l'accorgimento di fare la comunione in chiese dove la condizione della coppia non fosse conosciuta come “irregolare”.

Il percorso indicato dal vescovo per i divorziati risposati

Ecco, quindi, come una persona divorziata e poi risposata può riaccostarsi al sacramento dell'Eucaristia. La via, indicata nel capitolo 8 dell'Amoris Laetitia intitolato “Accompagnare, discernere e integrare le fragilità”,  prevede quattro tappe.

  • La verifica della propria vita cristiana, fondata sulla “via dell’amore” che Gesù propone a tutti i credenti. Un esame di coscienza uguale a quello indicato per ogni fedele (anche "regolarmente” sposato). 
  • Avere un atteggiamento di umiltà e consapevolezza della propria condizione “irregolare”.
  • Avere pentimento sincero per il fallimento del precedente matrimonio, con la verifica anche delle responsabilità e dei doveri che da esso derivano, nei confronti del coniuge e di eventuali figli.
  • Il punto più delicato: la verifica della irreversibilità morale, oltre che pratica (ad esempio per la presenza di figli nati dalla nuova unione o accolti dalla precedente) del nuovo legame di tipo coniugale, magari già ratificato anche attraverso il matrimonio civile.

La novità

Il passo avanti proposto dalla Amoris Laetitia consiste nella possibilità, per il fedele risposato, di ricevere un “aiuto” da parte della Chiesa, per vivere nel modo migliore la propria nuova condizione matrimoniale, anche con i Sacramenti della confessione e dell’Eucaristia.
Prima l’accesso ai sacramenti per i divorziati che contraggono un nuovo matrimonio era subordinato all’astensione volontaria dai rapporti coniugali, nonché alla già citata prudenza di accostarsi all’Eucaristia dove la condizione della coppia non fosse conosciuta come “irregolare”.
La nuova condizione è invece che il fedele abbia compiuto il percorso di discernimento indicato con l'aiuto di un sacerdote. "Non un percorso automatico concesso a tutti - ha precisato don Savoldelli - ma un cammino impegnativo dall'esito non scontato".
"Non è una Chiesa che corre dietro, ma una Chiesa che corre incontro - ha puntualizzato monsignor Angelo Riva, vicario per la cultura ed esperto di temi etici - Non è, cioè, una Chiesa che si adatta e si adegua, non è una via larga e facile. E' una via stretta e difficile, un correre incontro a chi, dopo varie peripezie, ha una nuova unione animata da un sincero desiderio di bene e di vita cristiana".

Il Servizio diocesano per le situazioni di fragilità familiare

Per formare gli operatori, rispondere a eventuali dubbi e offrire consulenza ai fedeli che volessero chiarire la propria posizione la diocesi costituirà un apposito servizio in coordinamento con l’Ufficio per la pastorale della Famiglia. Per tutte le informazioni è possibile rivolgersi all’Ufficio diocesano per la Pastorale della Famiglia, che ha sede in Viale Cesare Battisti 8, a Como (presso il Centro pastrorale Cardinal Ferrari). L’ufficio è aperto martedì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12. Telefono: 031-267421 oppure 331- 6309783.  Indirizzo mail: ufficiofamiglia@diocesidicomot.it.

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