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Chiusi i dormitori, senzatetto in strada: "Si rischia un Val Mulini bis"

Lettera aperta dell'associazione Como Accoglie

Finita l'emergenza freddo molti senzatetto si troveranno ancora senza un riparo. Alcune strutture aperte proprio per fronteggiare l'emergenza doviuta alla stagione invernale sono destinate a essere chiuse durante la primavera e l'estate. Quello che verrà a mancare ai tanti senzatetto che vivono a Como non sarà solo un riparo dalle intemperie (perché anche in primavera le temperature possono subire un calo repentino in occasione, magari, di forti temporali) ma anche quei servizi essenziali per una persona, come bagni e gabinetti per lavarsi e fare i bisogni.
I volontari di Como Accoglie, impegnati nell'assistenza gratuita e volontaria alle persone senza casa e in stato di disagio sociale, hanno firmato una lettera aperta rivolta alla cittadinanza e al governo della città in cui paventano il rischio che possa ripresentarsi una situazione come quella dell'autosilo Valmulini di due anni fa.

Quest’anno l’Emergenza-freddo per i senzatetto presenti sul territorio comasco è stata affrontata in una duplice forma: da una parte la consueta accoglienza nell’edificio di via Sirtori e dall’altra, in aggiunta, il rifugio notturno in tendoni allestiti nel chiostro dello stesso edificio. Complessivamente hanno beneficiato di questa accoglienza circa cento persone in situazioni di grande fragilità, sia italiane, sia di altre nazionalità.

Il direttore della Caritas Roberto Bernasconi ha comunicato ai volontari di ComoAccoglie la volontà di prorogare per un altro mese l'assistenza nei soli tendoni, mentre si chiuderà il 2 aprile l'ospitalità nell'edificio.
Se da una parte questa è una preziosa opportunità che Caritas offre come aiuto ai senzatetto e ai volontari, dall'altra comporta che circa la metà degli ospiti attualmente assistiti rimarranno privi di un tetto tra meno di una settimana.
Saranno quindi oltre cinquanta le persone escluse a breve, alle quali se ne aggiungeranno altrettante tra un mese, alla chiusura dei tendoni. Si ritroveranno tutte per strada e saranno costrette a trovare ripari di fortuna, in condizioni di vita non dignitose e con sicuri disagi anche per i cittadini.

Stiamo parlando di persone e non di fantasmi e ignorarli non ne annullerà la presenza, data anche l'innegabile realtà di Como, quale città di confine.

ComoAccoglie continuerà in futuro a dare loro aiuto e a mantenere relazioni personali che diano valore alla loro umanità e alla nostra. Ma non è difficile prevedere che si creeranno situazioni simili, se non peggiori, di quelle del passato e non vogliamo che si ripetano.

Non auspichiamo sicuramente una Val Mulini 2, realtà di "accoglienza" disumana (assenza di acqua e servizi igienici, ratti, buio e freddo). In quella situazione abbiamo fatto quanto potevamo per rendere la permanenza di queste persone meno dolorosa possibile: dai materassini ai materassi (sempre accatastati ordinatamente in un angolo ogni mattina), dai materassi alle tende, solo negli ultimi giorni quando le temperature si erano fatte insostenibili. Abbiamo cercato di mantenere questo luogo, da sempre considerato a mo' di discarica dai cittadini comaschi, pulito (ma anche su questo si specula sui migranti che sporcano).

Val Mulini ha rappresentato il tappeto sotto il quale nascondere alla città queste presenze umane. Ha sollevato le istituzioni dalle loro responsabilità consentendo di rimandare ancora il problema.
Al di là dei comunicati di sgombero, funzionali a obiettivi pre-elettorali, si è saggiamente aspettato, e tacitamente concordato, un passaggio morbido di queste persone ai tendoni e noi stessi abbiamo provveduto a raccogliere tutto e liberare l'area e ad accompagnare le persone nel passaggio alla nuova situazione di accoglienza.

Nessuno desidera ora tornare in Val Mulini: ci siamo da subito chiesti perché i 20.000 euro costati alla comunità per blindare questo luogo non siano stati spesi nella messa a norma di uno dei tanti spazi di proprietà comunale che potrebbero accogliere i senzatetto.

A noi volontari non è data se non la volontà di collaborare concretamente per migliorare la situazione e non intendiamo sostituirci a chi ha responsabilità istituzionali a diverso livello.
Come già abbiamo sostenuto in una precedente comunicazione scritta, non è nelle nostre forze adottare misure che prevengano i problemi che si profilano all'orizzonte nei prossimi giorni, e ancor più nei prossimi mesi, e la responsabilità di quanto potrebbe accadere non sarà nostra.

La invitiamo a progettare, in collaborazione con tutti i soggetti presenti sul territorio e attivi su questa tematica, soluzioni più consone alla dimensione e complessità del problema.
La ringraziamo della cortese attenzione e restiamo in attesa di un suo riscontro.

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