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Attualità Como Borghi / Via Francesco Anzani, 32

Case Aler di via Anzani: "28 gradi in casa, siamo costretti ad aprire le finestre"

La denuncia dei residenti esasperati dal caldo e terrorizzati dalla paura dei costi del gas

Il termometro segna 23.7°. Le finestre sono aperte, altrimenti la temperatura all'interno degli appartamenti arriva anche a 28°. Sono aperte anche tutte le imposte delle scale comuni. Questa è la situazione che abbiamo verificato questa mattina recandoci di persona nelle case popolari di via Anzani a Como gestite da Aler, società pubblica che risponde a Regione Lombardia. Il caldo decisamente fuori norma lo si percepisce anche solo salendo le scale, ma è negli appartamenti che si fa decisamente soffocante. 

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A denunciare la situazione è Federico Rizzo, uno dei circa 60 condomini che occupano la grande palazzina costruita nel 1927. "Abbiamo chiesto da tempo un intervento alla proprietà su questa e altre questioni relative alla manutenzione dell'impianto di riscaldamento, situazioni che ho poi notificato anche ai carabinieri di Como. Oggi ne consegnerò una terza sulla questione della temperatura nelle case: nel mio appartamento, se non apro le finestre o spengo il riscaldamento dal termostato generale, la temperatura si avvicina ai 28°. Tra l'altro, sotto il mio appartamento ce n'è uno sfitto da anni al quale, nonostante i miei continui richiami ad Aler, non è mai stato spento il riscaldamento. E siccome è uno di quelli con i vecchi impianti a soffitto, continua a scaldare anche il mio.

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Una situazione davvero paradossale per motivi del tutto evidenti, sia di ordine ecologico, con sprechi di gas assurdi, sia per il costo del gas stesso andato come sappiamo alle stelle. Ragion per cui i residenti sono terrorizzati dalla possibilità di ricevere conguagli importanti a fine stagione per le spese del riscaldamento. Questa situazione l'abbiamo constatata anche nell'appartamento della famiglia Schiavone, dove il caldo è veramente fuori norma, la legge Cingolani impone infatti 19°: "Come vede - afferma Pietro - qui ci sono 23,7° ma solo se tempo le imposte aperte, altrimenti si arriva anche a 28°.  L'impianto è a soffitto e non c'è modo di agire sui singoli termosifoni in quanto non sono dotati di valvola. Posso solo spegnere quello d'ingresso ma così facendo sono costretto a spegnerlo in tutta la casa. Oltretutto ogni anno devo imbiancare perché il soffitto diventa subito nero. 

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"Da quando la caldaia centrale è stata accesa, con una settimana di ritardo rispetto alla data stabilita, questa è la situazione. Ho avvisato anche il Comune - aggiunge ancora Federico Rizzo - ma al momento da Aler non abbiamo ricevuto alcun tipo di riscontro. Trovo davvero assurdo che ci siano appartamenti vuoti con i caloriferi accesi e che non ci sia modo di controllare la temperatura generale. Sono davvero preoccupato perché non ho idea a quali spese andremo incontro con questi assurdi sprechi". Che tutto ciò succeda mentre si parla di transizione ecologica e soprattutto nella stagione in cui stiamo vivendo una delle peggiori crisi energetiche del dopoguerra è davvero inaccettabile.  

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