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Martedì, 16 Aprile 2024
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Belle notizie: il Teatro Sociale di Como rialza il sipario

Tutto il programma della nuova stagione fino al 19 dicembre

D’acqua e vita è il titolo voluto per la Stagione Notte 2020, un inno alla vita che si palesa fin dalle prime note dell’inaugurazione con Der Messias di Wolfgang Amadeus Mozart tratto dal Messiah di Händel, il 3 ottobre, proposto nella revisione di Mozart, che, con l’aggiunta in orchestra di molti strumenti a fiato, amplifica ancor più la gioia dell’Hallelujah e un senso di speranza e di rinascita. La stagione è stata pensata, con grandi sforzi, all’insegna della sobrietà e della sostenibilità, e si articola, con cenni delicati, di opera, prosa e musica, rivelando una pacata, ma pur sempre solida e radicata resilienza; quindici cammei si alterneranno dal 3 ottobre al 19 dicembre, in questa prima parte di programmazione, in un Teatro di tradizione, per una collettività che si ritrova nell’intimità del proprio tempio cittadino, per riscoprire un rito antico, e da lì riaccennare consuetudini, lasciate e sospese lo scorso febbraio.

«Era l’autunno del 2019 - ricorda Fedora Sorrentino, presidente del Sociale - quando iniziavamo a porre le basi per la stagione successiva e a costruire un legame e un tema che fossero al centro del racconto che ci avrebbe accompagnato per un anno. Man mano che imbastivamo gli spettacoli che si sarebbero alternati tornava ricorrente il principio dell’acqua, attraversando la creatività artistica del cartellone e diventando spunto di riflessione e suggestione. 
Poco prima che la pandemia sconvolgesse il mondo eravamo convinti che “D’acqua e vita” sintetizzasse il senso profondo di quello che stavamo costruendo. Non c’è vita senza acqua, da qui siamo partiti senza sapere, senza neanche immaginare cosa sarebbe successo da lì a poco.
Oggi che di quella stagione non resta più nulla, perché quello che avevamo programmato non è più sostenibile, né realizzabile per le limitazioni che ci sono imposte dal momento, non possiamo cambiare il sentimento che ci lega a quello che vedrete sul vostro palcoscenico. Nonostante tutto l’acqua fa parte di questo programma, così come ne fa parte la vita, forse ancora più di prima.»

Fedora Sorrentino Presidente AsLiCo ph AndreaButti (1)

Dopo otto mesi, la stagione lirica, studiata come sempre con e per il Circuito di OperaLombardia, prosegue, dopo l’inaugurazione, con Werther di Jules Massenet (24 e 25 ottobre), in un nuovo allestimento del Teatro Sociale di Como/ AsLico in co-produzione con il Circuito di OperaLombardia, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Teatro Verdi di Pisa, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, per la regia di Stefano Vizioli e la direzione d’orchestra affidata a Francesco Pasqualetti, con i cantanti vincitori per il ruolo, lo scorso 6 gennaio, della 71sima edizione del Concorso AsLiCo per giovani cantanti lirici. Werther, opera struggente, tratta dal romanzo epistolare di Johann Wolfgang Goethe, nel suo melanconico trasporto richiamerà immagini di acqua e di vita, nello scorrere delle lacrime dei protagonisti e, nel dolore dei personaggi susciterà, come Aristotele insegna, una catarsi ed un forte desiderio di riaggrapparsi alla vita e per questa lottare, il pianto come momento estremo da cui poi ripartire.

Seguirà uno studio sull’Iphigénie en Tauride di Gluck, #2021destinazionetauride. Intersezioni e anacronismi, ricercando Iphigenie. (30 ottobre) per la drammaturgia, l’ideazione e la regia di Bruno Taddia, con Anna Caterina Antonacci nel ruolo di Clytemnestre/Iphigénie, Mert Süngü in quello di Achille/Pylade, Bruno Taddia in Agamémnon/Oreste; questo non sarà l’unico richiamo ad antichi miti e a quel rito testé citato, perché ad inaugurare la stagione di prosa sarà Fedra, nella voce, nella ricerca e nell’interpretazione di Isabella Ferrari (28 ottobre), sul testo di Ghiannis Ritsos, accanto alla violinista Georgia Privitera, per la regia di Vittoria Bellingeri.

Terzo titolo operistico è Zaide di Wolfgang Amadeus Mozart / Italo Calvino (20 e 22 novembre), per la regia di Graham Vick, scene e costumi di Italo Grassi, luci di Giuseppe Di Iorio, e la direzione d’orchestra affidata ad Alessandro Palumbo, in co-produzione con il Teatro dell’Opera di Roma e i Teatri di OperaLombardia, che ripresenta ancora una volta il concetto di resistenza e resilienza, di ricerca di una via d’uscita, intesa sia come fuga d’amore sia come uscita dalla prigionia presso il sultano Soliman. L’opera, uno singspiel di cui sono rimasti 15 numeri musicali, rimase incompiuta e proprio il mistero legato al finale che Mozart avrebbe potuto ideare, può condurci a speculazioni sulla sorte dei personaggi, ‘un giro di vite’ ed ancora una volta una lotta per la vita, che Mozart avrebbe potuto tramutare in un coup de théâtre.

sociale como 2019 mp-2

A chiudere l’ambito lirico è La fanciulla del West di Giacomo Puccini (27 novembre), in forma di recital d’opera, con al pianoforte Valerio Galli, giovane direttore d’orchestra (classe 1980, nato a Viareggio), che si sta affermando in ambito internazionale, con ampi consensi da parte della critica e del pubblico, proprio per le attente interpretazioni pucciniane. Il titolo è stato scelto per ricordare i 110 anni dalla prima rappresentazione del 1910 al Metropolitan di New York, diretta da Arturo Toscanini. La narrazione ambientata durante la corsa all’oro, nei canyon californiani, rievoca, con una timbrica esplicita e forti sonorità novecentesche, la lotta per una corsa, che oggi vede l’acqua equiparata all’oro, entrambi beni preziosi, e rari in purezza.

La stagione di prosa vedrà dopo Fedra, Il grande giorno (24 novembre), da un’idea di Daniele Ronco, un Teatro a Pedali, nelle corde di una sostenibilità ambientale, in un format, che l’attore ha avviato ormai da alcuni anni, interattivo con chi tra gli spettatori vorrà cimentarsi a pedalare, e con la dinamo connessa illuminare la produzione.

Nelson (2 dicembre), con testo e regia di Giuseppe Di Bello e con Marco Continanza, è ispirato alla vita di Nelson Mandela: in una cella di due metri per due, per 27 anni, Mandela ha desiderato di costruirsi un aquilone e questo gli venne sempre fisicamente negato, ma evidentemente nessuno dei suoi carcerieri gli poté impedire di costruirne mentalmente uno, con i colori del nuovo Sudafrica, libero di volare nella sua mente e nel suo cuore fino a diventare il simbolo del suo spirito libero.

Terra Matta (1943 - 1968) Belle Epiche, (16 dicembre), tratta dall’opera letteraria di Vincenzo Rabito di e con Stefano Panzeri, già in programma la stagione scorsa. Terra Matta è tratto dalla straordinaria autobiografia di un bracciante siciliano di inizio secolo, scritta in sette anni, tra il 1968 e il 1975 su una vecchia Olivetti. Esistenze e vite diverse sono dunque raccontate da Isabella Ferrari, Daniele Ronco, Giuseppe Di Bello, Stefano Panzeri, un richiamo ancora a vicende personali ed universali o a modi di condurre le proprie esistenze, a sollecitare una riflessione sulla resilienza, fil rouge della programmazione.

Questi quattro titoli si intrecciano con tre appuntamenti di un ciclo, Short Stories, voluto da Stefano De Luca, Direttore delle Scuole del Teatro, che affronta i brevi racconti di tre grandi giganti della letteratura Anton Cechov – Luigi Pirandello – Edgar Allan Poe, con un accompagnamento musicale, per tre domeniche, alle ore 17.00 (8 novembre, 29 novembre, 6 dicembre).

La musica classica contempla tre momenti di Camera con Musica, come di consueto la domenica mattina alle ore 11.00 (11 ottobre, 8 novembre e 13 dicembre), non in Sala Bianca, ma in sala grande; i primi due in collaborazione con l’Associazione Culturale Musica con le Ali. Nel primo appuntamento (Risveglio in Trio), in collaborazione anche con organizzato in collaborazione con l’Associazione Mascarade Opera Studio, variazioni su temi da Traviata (di Lovreglio) e Rigoletto (di Bassi) si fondono con i Quadri Fiabeschi di Robert Schumann e al Trio dei Birilli di Mozart, in cui Gaia Gaibazzi al clarinetto, Claudio Laureti alla viola, Monica Maranelli al pianoforte ci introdurranno alla dimensione del gioco, in brani che richiedono grande tecnica, estro e non scontate doti virtuosistiche.

L’appuntamento dell’8 novembre (Trii d’amore e d’amicizia) contempla il Trio per archi e pianoforte n. 3 in do minore, op. 1 n. 3, a ricordare i 250 anni dalla nascita di Ludwig van Beethoven (1770 - 1825) e a seguire il Trio in si maggiore per archi e pianoforte, op. 8, brano che sancì l’inizio dell’amicizia tra Johannes Brahms e Clara Schumann eseguiti da Ferdinando Trematore al violino, Giacomo Cardelli al violoncello e Julia Lynch al pianoforte.
Nell’ultimo appuntamento di domenica 6 dicembre (Fantasie per pianoforte) Luca Ciammarughi e Silvia Lomazzi, proporranno la Fantasia in fa minore per pianoforte a quattro mani, op. 103, D. 940, seguita dal secondo dei Drei Klavierstücke, D. 946 di Franz Schubert, con al pianoforte Luca Ciammarughi solista, cui seguiranno Danze Ungheresi dal volume primo di Johannes Brahms, eseguite a quattro mani, per terminare con le prime tre Fantasien op. 116, sempre dell’autore tedesco eseguite da Silvia Lomazzi.

Opera kids (adatto a bambini da 3 a 6 anni), XII Edizione, con Il guardiano e il buffone. Ossia Rigoletto (che ride e che piange), ispirato a Rigoletto di Giuseppe Verdi, ritorna l’8 dicembre, ad ingresso gratuito, previa, come sempre prenotazione obbligatoria, grazie al sostegno del Consorzio Como Turistica; mentre tutte le attività didattiche di Opera Education verranno presentate durante il weekend intensivo sabato 21 e domenica 22 novembre.
A chiudere questa prima parte della stagione D’acqua e vita l’abituale appuntamento in prossimità del Natale con un Concerto Gospel il 19 dicembre, con due cori di Washington D.C., diretti da Nate Brown e Lamont Shelton; ancora un canto alla vita, a ricordare e richiamare, con coerenza, l’Hallelujah ad inizio di Stagione, in una programmazione, che ha voluto alternare momenti di canto, di gioia, di speranza e momenti di narrazione rivolti all’esistenza, al dolore, a forme diverse di sofferenza e di guarigione, a contraddistinguere una riflessione costante sulla vita e su un elemento fondamentale che dà vita… l’acqua, che scorre, come nella vita ogni evento scivola, concatenato ad altri che si susseguono.

Ad ottobre ripartiranno anche i Corsi delle Scuole del Teatro, con tutta l’offerta formativa che da sempre caratterizza l’istituzione. I corsisti e gli insegnanti saranno altresì impegnati a ricordare l’anniversario dei 100 anni dalla nascita di Gianni Rodari (23 ottobre 1920 – 14 aprile 1980), anniversario già ricordato durante il lockdown, in una campagna social, che ha visto una grande partecipazione, sui canali sia del Teatro Sociale di Como che delle Scuole del Teatro.
 

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