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Architetto comasco stupisce l'Onu con un'idea: creare in Africa villaggi con la stampa 3D

Joseph di Pasquale: "La condivisione dei vantaggi delle nuove tecnologie è un obbligo morale"

Creare capanne dal bassissimo costo di produzione, replicabili su un progetto prestabilito e per di più attente alla cultura locale. Questo l'obiettivo del futuristico progetto presentato nel palazzo dell'ONU di New York, dall'architetto Comasco Joseph di Pasquale. L'occasione è l’Infopoverty World Conference, organizzata dall'Osservatorio delle comunicazioni digitali e il punto di partenza, la convinzione degli organizzatori che la rivoluzione digitale ora in atto, possa trasformarsi in un'occasione globale per ridurre la povertà e di conseguenza la bassa aspettativa di vita nei paesi del Centro-Africa.

Il vantaggio rappresentato da questo tipo di edilizia, basata sull'utilizzo ibrido di tecnologia in stampa 3D e di arte artigiana locale, è che permetterebbe una rete auto-generativa, in cui non soltanto si abbatterebbero drasticamente i costi, ma si impegnerebbe la popolazione locale, dando la possibilità di replicare il modello potenzialmente all'infinito, con una certa facilità. “La condivisione con gli utenti finali dei vantaggi e dei ricavi dell'applicazione di nuove tecnologie - ha dichiarato l'architetto Comasco - è un obbligo morale e un dovere etico per ogni progettista e dovrebbe essere il cuore della digital architectural revolution”.

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