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Cestino del pranzo vietato a scuola: mamma comasca sporge denuncia alla polizia

Per la prima volta una mamma decide di intraprendere una battaglia legale a favore della "schiscetta" a scuola. E lo fa con una querela presentata lunedì mattina, 19 settembre 2016, in Questura di Como. La scuola in questione è un istituto...

Per la prima volta una mamma decide di intraprendere una battaglia legale a favore della "schiscetta" a scuola. E lo fa con una querela presentata lunedì mattina, 19 settembre 2016, in Questura di Como.

La scuola in questione è un istituto comprensivo di Como del quale preferiamo non rivelare il nome a tutela assoluta della privacy del minore coinvolto. Il bambino, che frequenta le elementari, è stato inserito nella lista d'attesa per accedere alla mensa. Nel frattempo la mamma, che lavora in Svizzera, ha pensato di provvedere al pasto di suo figlio nel modo più tradizionale e genuino che conosce: con il cestino del pranzo. Non ha fatto, però, i conti con le rigide norme che regnano nelle scuole comasche a causa delle linee guida dell'Ats (vale a dire la vecchia Asl). Infatti, è vietato ai bambini introdurre cibi preparati a casa. Insomma, sono obbligati a mangiare quanto preparato dalla mensa scolastica e qualora non potessero o non volessero mangiare in mensa devono uscire dall'istituto e cibarsi altrove.

Ma come comportarsi nel caso di un bambino che aderisce al tempo pomeridiano e i cui genitori non possono uscire dal lavoro per andare a prenderlo a scuola? Considerato, soprattutto, che i genitori e lui stesso vorrebbero che fosse possibile pranzare insieme a tutti gli altri compagni. La mamma del bambino si dice agguerritissima: "Credevo che fosse consentito a mio figlio sedersi a mensa e consumare il suo pranzo. Sono allibita. Credo che l'Asl, vietando il pranzo portato da casa, privi il bambino di un diritto fondamentale, quello cioè di poter condividere un momento di socialità con i suoi coetanei. In pochi parole mi sembra che venga discriminato. Inoltre, queste rigide norme creano enormi problemi anche ai genitori che lavorano".

La mamma non intende darla vinta ai sistema sanitario e scolastico comaschi. Il primo accusato di avere dettato linee guida in materia di sicurezza e tutela dell’alimentazione dei minori che non sarebbero contemplate in alcuna legge nazionale. Il secondo, invece, ha forse l’unica colpa di non avere sostenuto alcuna battaglia a favore del pranzo da casa preparato con tanto amore dalla mamma.

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