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Cronaca

Acsm, Marelli: "Alibi pretestuosi per votare no. Mie dimissioni respinte, partita non chiusa"

A due giorni dal voto del consiglio comunale di Como con cui - tramite un pareggio 16 a 16 - è stata bocciata l'operazione di vendita dell'8,25% delle azioni di Acsm Agam in mano all'amministrazione ad A2A, l'assessore alla partita Savina Marelli...

A due giorni dal voto del consiglio comunale di Como con cui - tramite un pareggio 16 a 16 - è stata bocciata l'operazione di vendita dell'8,25% delle azioni di Acsm Agam in mano all'amministrazione ad A2A, l'assessore alla partita Savina Marelli ricostruisce la vicenda, ne affronta i numerosi nodi ancora aperti e parla della sua posizione politica all'interno della giunta. Un'intervista molto articolata nella quale non mancano la rivelazione delle dimissioni sfiorate nella notte di giovedì scorso, la secca accusa di un voto contrario preconcetto a una parte degli esponenti di maggioranza che hanno contribuito ad affossare la delibera e la dichiarazione di non ritenere del tutto chiusa la partita.

Assessore, torniamo per un attimo ai giorni prima del voto. Tra le accuse nei suoi confronti, una delle più diffuse persino tra i consiglieri di maggioranza che poi si sono espressi contro l'operazione è stata quella di essere stati costretti a decidere con troppa fretta e in assenza di tutta la documentazione necessaria. Come risponde?

In realtà del tema abbiamo parlato per mesi, soprattutto ai consiglieri. La documentazione che c'era è stata fornita tutta. Si sono svolti parecchi incontri: con i soci, con l'advisor, nelle commissioni. E non ci sono mai state carte nascoste o mai date. Semplicemente, i documenti sono stati forniti nel momento opportuno visto che erano coperti dalla necessità della riservatezza legata all'operazione e alla quotazione in Borsa delle società. Mi permetto di dire che sono ben curiose alcune recriminazioni visto che molti consiglieri, anche di maggioranza, avevano espresso l'intenzione di votare contro molto prima di essere in possesso delle carte. Inoltre, in tante settimane non ho ricevuto una sola telefonata per ottenere chiarimenti dai contrari. Mi viene da pensare che chi ha votato no abbia deciso in base ad altre motivazioni rispetto a quelle di merito. La recriminazione sulla poca informazione è probabilmente diventato l'alibi per potersi tenere le mani libere in consiglio comunale. In diversi hanno criticato la scelta di invitare i vertici di A2A alla riunione congiunta delle Commissioni consiliari avvenuta pochi giorni prima del voto, presenza interpretata come una sorta di pressione eccessiva in vista del voto in consiglio comunale. Rifarebbe quella scelta?

Rifarei quella scelta, senza dubbio. Ho ritenuto che la presenza del presidente e dell'amministratore delegato di A2A fosse un'opportunità per capire meglio quale fosse il progetto della multiutility dei territori che non riguarda soltanto noi qui a Como. E' stata anche l'occasione per i consiglieri per fare domande e ottenere maggiori informazioni, eppure la riunione delle due Commissioni si è conclusa e nessuno ha chiesto una riconvocazione per esaminare l'argomento ulteriormente. Avremmo potuto ritrovarci per approfondire i temi emersi ma la cosa non è interessata a nessuno.

Non sono mancate anche le accuse rispetto a un teorico disegno puramente politico che sarebbe stato dietro la cessione delle azioni ad A2A, addirittura preminente sul reale futuro industriale di Acsm Agam e A2A. Esisteva davvero un'esigenza politica di arrivare a quell'accordo?

Per come è stata venduta da qualcuno, la questione era addirittura partitica, non soltanto politica. In realtà, l'obiettivo era rafforzare Acsm tramite la realizzazione di un progetto condiviso con A2a che è già nostro partner industriale e al quale siamo legati assieme al Comune di Monza dai patti parasociali. Con chi avremmo dovuto parlare se non con i nostri interlocutori naturali? Poi certo, c'era la condivisione di alcuni sindaci, quello di Monza in primis. Ma il punto di partenza di tutto era un altro ed era di carattere industriale. Restiamo sull'aspetto industriale. Quali erano per lei i punti davvero qualificanti di quell'operazione e quali i benefici che a suo avviso avrebbe ricavato Acsm Agam? E che cosa perde invece l'azienda comasca con lo stop?

In un settore come quello in cui opera Acsm Agam, dove le dimensioni aziendali sono fondamentali per assicurare servizi sempre migliori e a prezzi più contenuti e dove sono necessari ingenti investimenti, l'azienda avrebbe avuto l'obiettivo di restare punto di riferimento per i business attuali sul territorio con la prospettiva concreta di poterli ampliare alimentando ancora di più le proprie attività o diventando il centro di future aggregazioni. In più Acsm Agam sarebbe diventata parte di un grande gruppo, elemento che garantisce notevoli vantaggi e assicura una solidità e una forza molto maggiori. Il problema è che è in arrivo la stagione delle gare d'ambito, in una fase storica in cui è fortemente in crescita la competizione. Ci sono competitor con una potenza commerciale non indifferente e come se non bastasse eravamo convinti che aumentare il fatturato avrebbe certamente avuto ricadute positive anche sull'occupazione. Tutte certezze che ora sono venute meno.

A chi la accusava di voler in realtà "svendere" un'azienda sana, capace di stare sul mercato anche da sola e per di più emblema del territorio comasco, cosa replica?

Nessuno mette in dubbio cosa ha fatto Acsm nel passato e cosa continua a fare bene nel presente, ma il punto è cosa farà nel futuro. Poi, come si potesse parlare di svendita senza conoscere il prezzo definitivo di cessione delle azioni ad A2A mi riesce veramente difficile. Nelle settimane scorse, il mercato ha dimostrato di apprezzare l'operazione tanto è vero che il prezzo delle azioni Acsm Agam è salito. Inoltre, il punto di riferimento minimo per il prezzo di vendita era calcolato sulla media degli ultimi 6 mesi e arrivava a circa circa 1,49 euro ad azione, mentre prima di affrontare il tema era fermo 1,40. Oltretutto la responsabilità di fissare il prezzo se la sarebbero presa giunta e dirigente sulla base delle informazioni dell'advisor, dunque mi sento di dire che su questo punto sono state pronunciate tante parole senza fondamento. La Borsa ieri sembra aver "punito" Acsm Agam per la bocciatura dell'operazione da parte del consiglio: il titolo ha perso, mentre quello di A2A è salito. Che interpretazione dà di questi fattori?

Qualcuno ha detto che A2a aveva bisogno di Acsm Agam: i dati del giorno successivo al voto dicono il contrario, visto che il titolo di A2a è salito mentre quello di Acsm Agam è sceso. Altre parole pronunciate al vento. Un conto è dire che A2A era interessata all'acquisto delle azioni di Acsm Agam, un conto è sostenere che ne avesse bisogno. La seconda affermazione non sta in piedi. Peraltro, il titolo di Acsm era cresciuto molto nei giorni precedenti al voto del consiglio, mentre subito dopo il titolo ha ricominciato a scendere e spero che siamo di fronte a una tendenza destinata a rimanere circoscritta, perché questo sì che in prospettiva sarebbe un problema per la società.

Veniamo alla serata del voto. A metà consiglio comunale si era chiaramente capito che la delibera non sarebbe passata. A quel punto, come richiesto anche da alcuni consiglieri del Pd, non sarebbe stato meglio ritirare il documento piuttosto che arrivare alla bocciatura finale?

A un certo punto alcuni consiglieri del Pd hanno effettivamente chiesto un'assunzione di responsabilità a fronte della possibile bocciatura della delibera, ma stante le non motivazioni di chi ha votato contro non so cosa sarebbe cambiato alla fine dei conti. Un voto favorevole all'operazione sarebbe stato legato soltanto dalla consapevolezza di alcuni consiglieri comunali di far parte della maggioranza, ma così non è stato ed è finita come si sa. Mi spiace molto. laura-bordoli-22giu15In queste ore si è aperto il tema di alcuni consiglieri che detenevano azioni di Acsm e di A2A al momento del voto (rispettivamente Laura Bordoli ed Eva Cariboni, ndr) eppure hanno partecipato alla decisione senza astenersi. Sono in corso verifiche da parte di Pd e Como Civica sulla regolarità della situazione, lei che idea si è fatta personalmente di questo caso?

Mi auguro che si vada fino in fondo: non ho elementi personali per potere dire nulla, ma sono emersi alcuni fatti e dunque mi pare doveroso che le verifiche vengano fatte per accertare la situazione.

Al di là di tutte le valutazioni precedenti, per lei, per la giunta, per la maggioranza e nello specifico per il Pd quel voto sembra aver rappresentato una forte sconfitta politica. La ritiene tale anche lei?

Non è stato un successo soprattutto per la società, questo è il vero problema al di là delle questioni politiche. gioacchino-favaraRispetto alla richiesta di dimissioni emersa nei suoi confronti, visto il peso che la questione aveva assunto sotto ogni profilo, non ritiene che sarebbe giusto un passo indietro come assunzione di responsabilità?

Per la verità a parte, a parte la minoranza, dalla maggioranza soltanto il consigliere Gioacchino Favara ha chiesto che io mi dimetta, non me ne risultato altre. La volontà di dimettermi è stata la mia immediata reazione subito dopo il voto come prima assunzione di responsabilità. Ne ho parlato con il sindaco e alcune altre persone che erano lì con me. Mi è stato espressamente chiesto di non farlo e così ho fatto. Il mio destino personale resta comunque l'ultimo pensiero in questa vicenda, sono soltanto dispiaciuta che abbiamo perso una grande occasione e che l'abbiamo fatta perdere anche al Comune di Monza.

A questo punto pensa di riproporre l'operazione Acsm-A2A più avanti, magari con correttivi o modifiche, oppure ritiene quella partita chiusa?

Non ritengo la partita chiusa: i problemi aperti sul futuro di Acsm sono ancora tali. Ritengo sia ancora necessario lavorare per rafforzare la società in vista del futuro. Ora, però, bisogna soltanto aspettare che il polverone si sedimenti per poi valutare se si potrà fare ancora qualcosa. Oggi posso già dire, però, che non credo per niente alla tesi che indica l'attesa del 2017, quando scadranno i patti parasociali, come l'unica strada da seguire. Stare fermi e guardare passivamente cosa accade intorno mi sembra la soluzione peggiore possibile, su questo non ho dubbi.

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