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Cronaca

"Paratie, terza perizia mandata ad Anac senza aver mai chiesto un parere legale agli uffici"

"Mi pare una cosa grave, se non gravissima". Per ora, Ada Mantovani (Adesso Como, di professione avvocato) si è limitata a questo stringato commento. Ma l'espressione sul viso, ieri sera in consiglio comunale, mostrava, anche per la confidenza con...

"Mi pare una cosa grave, se non gravissima". Per ora, Ada Mantovani (Adesso Como, di professione avvocato) si è limitata a questo stringato commento. Ma l'espressione sul viso, ieri sera in consiglio comunale, mostrava, anche per la confidenza con la materia, una sorpresa non secondaria. A colpire è stata la risposta a una sua interrogazione rivolta al sindaco Mario Lucini sulle paratie. Anzi, nello specifico sulla terza perizia di variante ora bloccata da Anac e Procura ed elaborata interamente dagli uffici comunali (in collaborazione con quelli regionali) durante questa amminstrazione. Un complesso di modifiche così imponenti al progetto ereditato dal centrodestra da portare il totale presunto delle opere per terminare il cantiere da una ventina di milioni a circa 33. Insomma, un lavoro ciclopico sia dal punto di vista tecnico sia da quello dell'impatto economico, per di più calato sul cantiere più difficile che la storia recente di Como ricordi.

paratie-19feb16-5Ebbene, nella richiesta avanzata il 15 gennaio scorso, Ada Mantovani intendeva conoscere se ed eventualmente in che forme l'iter della terza perizia di variante per le paratie fosse stato accompagnato da un parere legale dell'Ufficio competente a Palazzo Cernezzi. Ieri, attraverso la penna della dirigente del settore, Maria Antonietta Marciano, è arrivata la risposta: "Nel riscontrare la richiesta dell'avvocato Mantovani, dichiaro che il Settore legale non ha redatto alcun parere a "supporto" dell'iter della terza perizia di variante del progetto cosiddetto paratie". Dunque, nemmeno prima di inviare il faldone a Roma ad Anac.

Unico corollario alla inequivocabile risposta dall'avvocato Marciano, un'ulteriore carta allegata dall'attuale segretario generale di Palazzo Cernezzi, Tommaso Stufano, ma vergata dal precedente segretario generale nel febbraio 2015 in risposta a un'altra interrogazione del collega di gruppo di Mantovani, Alessandro Rapinese, che domandava "se sia legale che l'azienda Sacaim, aggiudicataria di un appalto da circa 12 milioni di euro per la realizzazione delle paratie, esegua lavori per circa 33 milioni di euro". Tema scottante, questo, tra l'altro poi contestato fortemente proprio dalla stessa Anticorruzione e recepito dal Comune persino prima della delibera finale di Anac tramite la disponibilità a stralciare dal totale almeno i 3 milioni legati all'arredo finale del lungolago.

antonella-petrocelli-13mag15Ad ogni modo, a quel quesito di Rapinese, Antonella Petrocelli rispose affermando che "la legittimità di una perizia di variante soggiace al rispetto di precise e puntuali norme dettate dal codice dei contratti pubblici. La perizia - proseguiva Petrocelli - è stata redatta con l'indicazione di una serie di motivazioni diverse e tutte inquadrate all'interno del dettato normativo citato. La citata perizia è stata altresì sottoposta per la sua valutazione, sotto tutti gli aspetti, in Conferenza dei servizi, a Regione Lombardia, Provincia di Como e Soprintendenza, a diverso titolo competenti, ed in tale sede è stata assentito". Come a dire che, pur in assenza di un documento specificamente di natura legale - che pure forse avrebbe fatto comodo richiedere agli uffici prima di passare dalle "forche caudine" romane - i passaggi previsti per l'approvazione della perizia erano stati ritenuti validi anche per "colmare" quel tipo di analisi. Convinzione rispettabilissima ma - per come sono poi andate le cose da quel febbraio 2015 a oggi - non sembra affatto essere bastata per mettere al sicuro la perizia.

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