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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Il soccorritore del 118 sferza la città: "La stazione-vergogna è la risposta che sa dare Como?"

Dell'incredibile situazione che da mesi si verifica alla stazione San Giovanni di Como, letteralmente ridotta ad accampamento di disperati e senzatetto stranieri ogni notte, ci siamo occupati diverse volte (qui del caso specifico, qui e qui per le...

Dell'incredibile situazione che da mesi si verifica alla stazione San Giovanni di Como, letteralmente ridotta ad accampamento di disperati e senzatetto stranieri ogni notte, ci siamo occupati diverse volte (qui del caso specifico, qui e qui per le risse violente e ripetute). La questione, nell'incredibile assenza di ogni presa di posizione ufficiale da parte delle istituzioni locali, è già stata portata anche in consiglio comunale, ripetutamente. Non è accaduto nulla. Non soltanto non si sono avuti provvedimenti - pur se certamente non facili da assumere - ma nessun palazzo del potere o del governo ha sentito nemmeno l'esigenza di dare una spiegazione, di fornire una motivazione, di diffondere argomentazioni plausibili per una situazione indegna di un paese civile, da qualsiasi punto la si veda (sia esso quello delle persone costrette a vivere in quelle condizioni, sia esso quello che non non si può ignorare in una comunità che ha diritto alla propria sicurezza quando prende un treno, della sicurezza dei viaggiatori che di notte o alle prime luci dell'alba passano da San Giovanni). Ebbene, questa sera pubblichiamo - dopo confronto con l'autore - lo sfogo pieno di incredulità e amarezza di un soccorritore del 118. Il quale è incappato e continua a incappare in quell'angolo di disperazione che è ormai diventato l'atrio della stazione e che propone una riflessione durissima sulla vergogna di tale situazione. Vista non soltanto con gli occhi del viaggiatore, ma anche - forse soprattutto - con quelli di chi per missione personale ha deciso di dedicare tempo e fatiche all'aiuto degli altri. Riusciranno queste parole sferzanti a toccare la coscienza di una città e a bussare alle stanze del potere o almeno a far profferire una parola pubblica?

Di seguito, l'intervento di T., del quale volutamente scriviamo soltanto l'iniziale del nome.

stazione-5dic15-2Buonasera, non so se la cosa può essere di interesse o se sia già stata trattata, comunque questa mattina alle 6.30 sono entrato in stazione Como San Giovanni per prendere il treno per Milano. Uno spettacolo desolante, rattristante e maleodorante. Una gigantesca camerata dove dormivano decine di persone. Appena entrato vengo colpito subito dal pessimo odore, un concentrato elevato all'ennesima potenza di aria viziata, la classica di quando si tiene chiusa una stanza. Solo che stiamo parlando di una intera stazione con soffitto di almeno 5 metri! Poi, passata la notte, a una certa ora gli ospiti raccolgono la loro roba, la stipano sopra i vari distributori automatici e se ne vanno.

stazione-5dic15-3Possibile che la risposta di un Comune, di una città intera a questo problema, sia abbandonarli in stazione dove la gente non lo sa? O difficilmente lo potrà sapere perché non è così usuale prendere un treno per Milano a Como San Giovanni prima delle 7 di mattina. È una vergogna, sono rimasto sbalordito.

Nonostante ciò, vado alla macchinetta automatica per fare i biglietti e la prima cosa che leggo è "attenzione ai borseggiatori"! Non benvenuto, buon viaggio o cose del genere ma "attenzione ai borseggiatori". Non so se sia una prassi, ma vista la situazione forse non mi meraviglia più di tanto.

La speranza certamente è quella di riuscire a restituire la stazione agli utenti e trovare una sistemazione più idonea per quelle persone, ma mi chiedo: perché i migranti vengono sistemati in alberghi e altro, mentre i senzatetto presenti sul territorio vengono abbandonati?

Io sono un soccorritore del 118 operante nel Comasco. Ormai li conosciamo tutti i "nostri" senzatetto. E poco alla volta li vediamo sparire, o meglio morire. Da soli e abbandonati. Però finché stanno in luoghi lontani dagli occhi della gente, va tutto bene. È una vergogna.
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