rotate-mobile
Cronaca

Il giorno in cui Magatti e il "supergruppo" sfidarono Lucini e la giunta (vincendo)

(Nella foto premonitrice scattata il 27 gennaio scorso a Villa Olmo, da sinistra: Luigino Nessi in piedi, Eva Cariboni, Vincenzo Sapere, Raffaele Grieco, Guido Rovi e in fondo in piedi col maglione rosso, l'ex assessore Gisella Introzzi). Bruno...

(Nella foto premonitrice scattata il 27 gennaio scorso a Villa Olmo, da sinistra: Luigino Nessi in piedi, Eva Cariboni, Vincenzo Sapere, Raffaele Grieco, Guido Rovi e in fondo in piedi col maglione rosso, l'ex assessore Gisella Introzzi).

Bruno Magatti, assessore ai Servizi Sociali di Paco-Sel, ha sfidato il sindaco Mario Lucini e - per quanto possiamo riferire - ha vinto. Aprendo, però, un fronte che finora nessuno aveva mai osato aprire: la costruzione di un argine al potere della giunta di cui egli stesso fa parte, a favore di un ristabilimento delle prerogative del consiglio comunale e con il supporto di quello che proprio qui abbiamo già ribattezzato il nascente "supergruppo". Ovvero, quel nuovo soggetto politico "unofficial" ma vivo e vegeto che - pur variabile di occasione in occasione - da tempo si allunga trasversalmente fino a comprendere i due consiglieri di Paco-Sel (Vincenzo Sapere e Luigino Nessi), non di rado almeno un consigliere di Como Civica (Italo Nessi), spesso Eva Cariboni (Amo la mia città), due-tre Pd (quasi sempre Guido Rovi e Raffaele Grieco ma sovente anche Gioacchino Favara) e di volta in volta altri nomi ancora (la più "simpatizzante" per il supergruppo pare Roberta Marzorati della Lista Per Como).

bruno-magattiMa su cosa Magatti (ispiratore dell'iniziativa) e i "suoi" hanno imbastito l'ultima battaglia? Su una delibera di indirizzo da portare in consiglio comunale per (ri)definire politicamente i criteri di nomina dei rappresentanti comunali in Ca' d'Industria (scelti dal sindaco) e le linee stesse d'azione di quei rappresentanti. Questo perché, a oggi, specialmente nella casa di riposo ma anche per altre partecipate, tra i banchi della maggioranza sono numerose le contestazioni sull'assenza di una vera politica dedicata. Si dirà, "poca roba, allora". Non proprio.

Prima di tutto perché - anche se la "manifestazione" del supegruppo non è una novità in senso assoluto - questa è la prima volta che si rappresenta fisicamente e politicamente con un documento concreto e ufficiale. Gettando inoltre nel dibattito politico il peso di un nucleo di consiglieri variabile ma spesso non inferiore a 5-6 elementi, che in potenza può dare corpo una forza anche numerica oltre che politica in grado di cambiare molti equilibri consolidati a Palazzo Cernezzi. Infine, il dato vero è che, con questa delibera, il supergruppo e lo stesso Magatti che ne ha coordinato l'azione sebbene indirettamente, hanno chiaramente voluto lanciare un segnale al sindaco Mario Lucini. Questo: basta allo strapotere del sindaco o dei suoi fedelissimi in giunta (in primis, Daniela Gerosa nel mirino); da ora in poi, in consiglio non si voterà più nulla per ordini superiori imposti e senza confronti. Questo germe di ribellione nasce da un documento più simbolico che altamente rivoluzionario come quello su Ca' d'Industria (che soltanto a consenso trasversale raggiunto è stato sottoposto e in seguito avallato dal capogruppo del Pd, Andrea Luppi, in vece del primo cittadino). Ma, si dice, altre azioni simili sarebbero già in avanzato stato di preparazione. Bilancio 2015 per primo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il giorno in cui Magatti e il "supergruppo" sfidarono Lucini e la giunta (vincendo)

QuiComo è in caricamento