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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Taste&Travel, il blog: "Ormai a Como solo ristoranti per turisti". Con qualche eccezione

Ecco dove si può ancora mangiare bene sul Lario

La comasca Sara Volani fonda il blog Taste&Travel nel 2013, quando ancora non tutti coloro che semplicemente andavano al ristorante si ritenevano foodblogger, quando le pagine dedicate alla cucina non erano migliaia e non nascevano e morivano nel giro di una notte. Un lavoro avanguardistico quindi quello partito 7 anni fa come l'hobby di una giovane donna che girando il mondo – Sara ha visitato tutti e cinque i continenti - sentiva la necessità di provare ogni sapore e piano piano ha deciso di regalare a chi lo desiderava questo bagaglio di esperienze.

“È andata proprio così, tanti amici mi chiedevano consigli su viaggi o ristoranti e a un certo punto hanno cominciato a rivolgersi a me anche persone che conoscevo magari solo di vista, attraverso Facebook. È stato lì che ho deciso, forse all'inizio più per comodità che con il reale intento di creare una pagina con dei follower, di aprire un blog. Così chi aveva curiosità di conoscere la mia esperienza di viaggio o la mia opinione su un ristorante poteva farlo in modo diretto”.

Come sono cambiate le cose nel mondo dei foodblogger in questi sette anni?
“Oggi la situazione è completamente diversa da allora, in primo luogo per il numero di persone che fanno questo lavoro. Fino a qualche anno fa eravamo pochissimi, ci conoscevamo tutti, ci incontravamo agli eventi e ci scambiavamo opinioni. Adesso non si può più parlare di una comunità, perché è diventata veramente troppo ampia. Il grande cambiamento è arrivato però soprattutto con l'avvento di Instagram. Chi usa questo social ha necessariamente un modo di lavorare completamente diverso da quello di chi ha un blog e questa velocità, questo uso delle immagini senza il filtro delle parole, ha completamente modificato il lavoro. Devo dire che io rimango fortemente legata al blog, è il modo che mi piace per comunicare".

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Tu sei di Como ma per anni hai vissuto a Milano, infatti l'esperienza meneghina influenza moltissimo Taste&Travel. Poi a un certo punto hai deciso di rientrare a casa, come mai?
"Devo dire che inizialmente è stata una scelta di tipo professionale, avendo trovato lavoro più vicino a Como che a Milano. Ma mi piace vivere qui, Como ha il grandissimo vantaggio di essere in una zona estremamente ricca di attrattive, dal Lario puoi partire per arrivare in decine e decine di mete turistiche, in cui passare anche soltanto una giornata. Mi piace tantissimo andare all'estero, fare viaggi anche a lunghissimo raggio, ma non disdegno per niente la gita nelle nostre valli, sulle nostre montagne o verso il Mediterraneo così vicino”.

E dal punto di vista gastronomico, come trovi oggi Como rispetto al passato?
"Purtroppo devo dire che per me l'avvento del turismo di massa a Como ha portato un peggioramento della qualità enogastronomica. Oggi i ristoranti per turisti si moltiplicano ed è sempre più difficile trovare locali in grado di farti assaporare il buon cibo della nostra tradizione, soprattutto quando non si vuole spendere una fortuna. Quindi chi viene a Como deve informarsi bene e cercare ristoranti meno turistici possibili. Ce ne sono tre che io oggi frequento con piacere, ognuno per un motivo diverso: tra le nuove aperture mi piace molto Comi107 che ha inaugurato a settembre nella zona di Borgo Vico; una conferma è sempre il ristorante Figli dei fiori; invece il luogo dove mangiare in modo tradizionale senza spendere una fortuna è l’Osteria dal Pain.
Chi viene a Como da fuori se vuole mangiare in modo tradizionale deve secondo me affidarsi ai due piatti caposaldo che sono il misultin e la polenta uncia”.

sara Volani Tast travel-2

Quali sono le mete che hai appena toccato, e quindi di cui hai parlato nel blog, e quali quelle in cui andrai a breve?
"Durante le vacanze di Natale ho fatto un bellissimo giro nell'Italia Centro Sud, sono stata in Abruzzo in un albergo diffuso che mi ha dato grandissime soddisfazioni e lì ho mangiato in una locanda che non soltanto era arredata con mobili tipici, ma in cui erano state scovate e riportate nel piatto ricette tradizionali che ormai non si trovano più sulle nostre tavole. Sono stata poi a Matera, dove il momento clou dell'aspetto gastronomico del mio viaggio è stata la visita ai forni tradizionali e lì assaggiare il buonissimo pane tipico della città. E poi in Puglia, dove non c'è bisogno di dire quanto bene si possa mangiare, a prezzi assolutamente modici.
Il mio prossimo obiettivo e invece Berlino e qui potremmo aprire un ampio capitolo sulle cucine internazionali. È infatti vero che c’è nel mondo - e particolarmente in Europa - un grosso gap fra cucine ricchissime di ingredienti e di ricette e cucine invece più povere e di conseguenza meno rinomate, come appunto quella tedesca. Nell'ottica però di passare in una città solo pochi giorni, io ritengo che sia sempre possibile assaggiare una rosa di diversi piatti che siano rappresentativi della cucina locale e della tradizione di un popolo, l'importante è cercare la peculiarità e non andare per esempio a Berlino in caccia della pizza o della carbonara. Quindi sono convinta che anche nella metropoli tedesca potrò assaggiare piatti sorprendenti".
 

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