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Troppi appartamenti Airbnb, la lettera che fa riflettere: turismo di pessima qualità?

Da una lettrice uno spunto di riflessione sul futuro del turismo a Como

Il boom di appartamenti vacanza è un bene o un male per la città. E' in fondo questo lo spunto di riflessione lanciato dalla lettera della nostra lettrice F. B., residente all'estero ma con casa in centro città, alle porte del centro storico. Il suo racconto, che potremmo definire tragicomico, appare come un ironico sfogo contro quello che, a detta sua, non rappresenterebbe esattamente un turismo di qualità. Colpa del moltiplicarsi di alloggi cosiddetti (erroneamente) "Airbnb", per definire quelle case che i privati pubblicizzano sui siti di prenotazioni online.

Tornare nella propria stupenda Como convinti di godersi qualche giorno di relax e trovarsi assediati da turisti a volte maleducati, altre volte sprovveduti a causa della disorganizzazione delle strutture ricettive che li ospitano, può rivelarsi un soggiorno da incubo in grado di far passare la voglia di restare in questa splendida città. Ecco la lettera.

"L'Italia è il paese più bello del mondo". Ecco quello che dico sorridente a chi mi chiede del mio paese di origine. E lo penso davvero. Vivo con mio marito all'estero per buona parte dell'anno, e quando torniamo a Como, siamo contenti di vedere che sempre più persone decidono di visitare il nostro lago per godersi la dolce vita sognata e idealizzata.

Ben vengano i bastoni per i selfie (sì, anche quelli brutti, scattati ostinatamente controsole mettendosi in pose stile Kardashian); i picnic improvvisati accampandosi su panchine e aiuole (sì, anche quelli messi insieme approfittando delle offerte delle merendine del Carrefour), e gli Airbnb che accolgono coppie e famiglie (sì, anche quelle numerose, che affittano un appartamento e piuttosto mettono i figli a dormire nella doccia). Ben vengano, se poi la città si accende di sorrisi, di sguardi stupiti e occhi sgranati di fronte alla bellezza che travolge chi qui vive, chi qui è di passaggio e chi qui cerca una vita migliore. Certo, tutto questo a patto di non avere la sfortuna (o fortuna?) di vivere in centro città, circondati (o assediati?) da appartamenti affittati alla cieca a turisti che pare non abbiano mai messo il naso fuori di casa loro. Perché? Perché un giorno tornate a Como dopo mesi passati lontano da quella che chiamate casa, e scoprite che, in realtà, casa vostra non è più tanto vostra.

Immaginate di svegliarvi nel cuore della notte, e sentire che qualcuno sta cercando di scassinarvi la porta d'ingresso. Vi spaventate, correte a controllare e dallo spioncino scorgete l'inconfondibile mise del turista, che con cappellino e valigia cerca di entrarvi in casa con la chiave sbagliata. Prima che la spezzi nella serratura, aprite, e spiegate che mezzo metro più a sinistra c'è il cartello con scritto "B&B". Il suo sorriso beota vi calma, e tornate a letto. Peccato che alle tre del mattino altri ospiti decidano di rientrare ubriachi fradici, cantando a squarciagola canti popolari russi. E pensare che avete pure speso una piccola fortuna per farvi insonorizzare le stanze da letto. Esasperati, e anche un po' preoccupati, chiamate le forze dell'ordine, a tutela del sonno del giusto. Dopo mezz'ora sopraggiungono i difensori del cittadino, che bussano alla porta del pittoresco gruppetto canoro come se stessero accarezzando un gattino. "Non rispondono". Strano, non danno il super udito in dotazione con le bottiglie di vodka? I due non demordono, e provano a illuminare le pareti del condominio con una torcia. "Chiamate Batman?" chiedete. Incredibile, ma nemmeno questo funziona. Gli ospiti, nel frattempo, stanno anche ballando, lo sentite dalla camera da letto. Nulla da fare, stanotte va in scena il folklore russo, senza far pagare il costo del biglietto. Che fortuna.

Il giorno dopo decidete di mettere sulla porta di casa vostra un cartello per spiegare che non siete l'Airbnb "casa dei vostri sogni" o come cavolo si chiama, ma nel pomeriggio, mentre cercate di recuperare la notte insonne (sì, quella infarcita di Kalinka e Katjusha), venite disturbati da un altro maldestro tentativo di scassinarvi la serratura. Aprite la porta stropicciandovi gli occhi, ma non fate in tempo a spiegare che siete una casa privata che una ragazza vi s'infila in casa, nel luogo più inviolabile e sacro del mondo. La guardate come se fosse un invasore di altri mondi, poi capite. È francese, e il cartello che avete scritto in italiano e in inglese è per lei leggibile come il codice di Hammurabi. Le parlate nella sua lingua, l'unico suono al mondo capace di innescare una reazione tra i suoi neuroni, e ve ne liberate. Inutile dire che a breve, a scanso di equivoci, avrete un cartello in dieci lingue fuori dalla porta.

Coraggio, in fondo è solo un week end storto. E se non lo fosse? Se ogni giorno qualche turista facesse del suo meglio per rendere la vostra quotidianità un incubo? Non so, ad esempio se andaste a buttare la spazzatura e vedeste, penzolante da una catasta di bottiglie di birre, un preservativo usato? O un pannolino nel bidone della carta? O mezza anguria tra la plastica? E sì che voi ci tenete all'ambiente e alla raccolta differenziata. O se, entrando faticosamente nel cortile interno della vostra residenza per scaricare la spesa con 37 gradi, trovaste parcheggiati sotto il divieto di parcheggio un SUV targato Olanda e una moto targata Germania, che vi costringono a scaricare la spesa in strada rischiando la vita? E se un giorno i figli di una coppia di visitatori, sotto l'effetto di coca cola e ovetto Kinder, giocassero con la vostra Vespa, facendola cadere per terra e lasciandola senza dignità, in una pozza di benzina (proprio dove si gioca a bocce con i mozziconi delle sigarette)? E, intanto, di notte, dopo la trojka russa, divenite spettatori passivi di telenovele latine recitate dal vivo, infiniti dibattiti in tailandese (riuscendo a carpire solo qualche riferimento a Mc Donald's), urla e strilli che nemmeno degni di The Walking Dead. Per non parlare delle riunioni per fumare i calumet della pace, proprio sotto la vostra finestra (sì, la vostra finestra attira più gente del Colosseo).

Nonostante tutto, vi aggrappate saldi al pensiero della bellezza che vi circonda, e in un impeto di generosità capite che tanta meraviglia deve essere condivisa con i turisti, anche quelli molesti come tafani. Vi addormentate sereni, in fondo anche voi siete stati visitatori in altri paesi. Quando suona il citofono nel cuore della notte, sobbalzate. Il signor Paolino Paperino, in gita sul lago con la famiglia, ha rotto la chiave nel portone di casa. E pretende che voi (sì, proprio voi) risolviate la cosa. Restate una settimana senza poter chiudere il portone amico, unica difesa tra voi e il rumore e il caos della città, che ora offuscano la vostra rosea visione del turismo. E vi tocca pure pagare l'intervento e la sostituzione di chiavi e serratura. Sapete una cosa? Tra pochi giorni io, mio marito e il bimbo in arrivo saremo ancora lontani, miglia e miglia da casa. Ma l'anno prossimo vendiamo tutto, e quando torneremo in Italia, nel paese più bello del mondo, affitteremo anche noi un Airbnb.
 

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