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5 piatti imperdibili del Lario

In tavola

Spesso assorbita dalla grande orbita di Milano o dalla tipicità della gastronomia valtellinese, anche la cucina comasca ha eccezionali peculiarità. Prodotti buonissimi da assaggiare almeno una volta nella vita e da provare per forza se si viene sul Lario da turisti.

La polenta

Per parlare di questo grande caposaldo della cucina lariana – e dei modi più tipici per assaporala - bisogna partire da un ingrediente di base, fondamentale nella produzione alimentare comasca, ovvero la farina. Di grano, di mais o di castagne, macinata più o meno fine, la farina è la base di molte preparazioni, salate e dolci, della nostra cucina.

Quella di mais è appunto dedicata quasi esclusivamente alla polenta. Il modo “più comasco” di preparare questa pietanza lombarda è probabilmente la polenta toc (o toch o ancora tocc, dipende a chi lo chiedi), il piatto tipico della zona di Bellagio, dove per due etti di burro, ci vogliono due etti di formaggio e mezzo litro di acqua per persona. Forse oggi questi ingredienti ci sembreranno poveri, ma una volta, nella tradizione contadina, un piatto così ricco si mangiava solo durante i matrimoni.

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Pesce di lago: risotto al pesce persico (e non solo)

Sono diverse le ricette che hanno il pesce del Lago di Como come protagonista e alcuni di questi piatti sono diventati cavalli di battaglia per molti chef stellati della zona. Un menu perfetto per assaggiare le portate più importanti potrebbe essere:

  • Fritto di Alborelle: (un po’ forzato metterlo come antipasto, ma se in una cena si vuole assaggiar tutto…) questi pesciolini, essendo appunto molto piccoli, ci obbligano a lavorare parecchio se vogliamo preparali in casa, perché per arrivare a una porzione bisogna friggerne molti. Per fortuna a Como e dintorni non mancano i ristoranti che li hanno a menu, di solito accompagnati da patate al forno o, in una versione un po’ british, fritte anche loro.
  • Risotto al pesce persico: il riso deve essere tassativamente il carnaroli e, oltre al pesce di lago, a farla da padroni sono le spezie e la scorza di limone.
  • Lavarello in carpione: qui l’ingrediente fondamentale oltre al pesce è l’aceto e, se lo cucinate a casa, non siate timidi con le cipolle, abbondate pure!
  • Misultin: piatto super tipico della tradizione comasca, di fatto si tratta di agoni essiccati e poi serviti secondo il gusto con tocchetti di polenta, dopo essere stati grigliati.

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Formaggi: la semuda e lo zola di capra

Ce ne sono di ottimi e tipici sia fra quelli prodotti con latte di vacca, che fra quelli fatti con latte di capra, ma tanto usato è anche il latte misto.

  • Tra i vaccini: forse il più tipico – e buonissimo – è la semuda, un formaggio di stagionatura media, fatto con latte vaccino scremato (e una minima quantità di caglio ovino). C’è poi anche, fra i tanti altri, il magro di Bellagio, da latte parzialmente scremato e con una stagionatura di 25 giorni, è perfetto per la polenta uncia o il toc, appunto.
  • Tra quelli di capra:  il lariano ha un gusto intenso e una consistenza giallo paglierina. Poi c’è lo zola di capra, ottima alternativa al cugino milanese, con una pasta decisamente più soda.
  • Latte misto: Lo zincarlin è uno dei formaggi più tipici del comasco, prodotto dalla cagliata o dalla ricotta, sempre con l’aggiunta di erbe aromatiche e pepe.

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Salumi: la mortadella di fegato

Anche qui spesso oscurati dalla grande varietà dentro e fuori regione, anche il Lario ha i suoi salumi tipici. Su tutti campeggia la mortadella di fegato. È un insaccato di carni miste di suino, da mangiare cruda come un salame o bollita come un cotechino. Con una stagionatura breve – 30/40 giorni – nella tradizione era un modo per conservare la carne di fegato, che altrimenti deperisce molto in fretta.

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Dolci: cutizza e miascia

  • La cutizza è la tipica frittella comasca, immancabile alle sagre popolari. Un semplice  impasto di farina, acqua, uova e latte, fritto in olio bollente e spolverizzato di zucchero. Un piatto povero, ma che per molti lariani rappresenta il sapore dell’infanzia
  • La miascia è invece un dolce molto particolare, anche se varianti di esso si trovano in molte cucine povere. Il suo tratto distintivo è l’uso del pane raffermo come ingrediente principale. Poi latte, zucchero e uova. A questi 4 ingredienti medio/poveri si aggiungono poi altri elementi più ricchi, che nella tradizione potevano esserci o no a seconda del benessere della famiglia che la preparava. Si tratta in particolare di amaretti, pinoli e uva passa.
  • La resta è un dolce molto semplice con uvetta e miele, la sua particolarità è di essere cucinato soprattutto per la Domenica delle Palme: al suo interno, prima della cottura, viene infilato un ramoscello di ulivo, le cui foglie spuntano dal dolce.

E ora che la cucina lariana per voi non ha più segreti, buon appetito sul Lago di Como!

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