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Via Milano bassa, dopo mezzo secolo chiude il fruttivendolo: arriva un pakistano che ripara cellulari

Azienda florida, ma il lavoro è duro e nessuno rileva l'attività

Realizzare la foto che vedete qui sopra non è stato semplice. Infatti appena Sergio Zago, lo storico fruttivendolo di via Milano a Como, si è affacciato dall’ormai vuota vetrina del suo negozio, diverse persone che camminavano lungo il marciapiede si sono fermate a salutarlo e a tutti premeva esprimere il rammarico per aver perso anche questo esercizio sotto casa.

“Anche se non si lavora più come una decina d'anni fa, non chiudo affatto per difficoltà economiche: molto più semplicemente, ho deciso di andare in pensione. Ho solo 60 anni ma i miei genitori mi assunsero nel fruttivendolo che allora avevano sotto la Torre quando ero giovanissimo, in questo modo a 60 anni ho lavorato abbastanza per meritarmi un po’ di riposo”. Anche perché quella di fruttivendolo non è certo una professione leggera: “È un lavoro duro, in primo luogo perché ti devi svegliare prestissimo al mattino e andare a Milano a rifornirti e poi perché le temperature in negozio devono essere mantenute sempre molto fresche, per non rovinare la merce. Certo il lavoro è cambiato, e sicuramente diminuito, ma non c'ha mai fatto mancare gli stipendi”. Sergio si riferisce non soltanto a sé ma anche a sua moglie, che ha da subito iniziato a lavorare con lui al civico 93 di via Milano. "Abbiamo aperto qui nel 1972, ecco perché tutti i residenti lo considerano un negozio storico. È l'alimentari sotto casa, quello dove comprare frutta e verdura, ma anche drogheria”.

sergio zavo fruttivendolo via milano como-2

E proprio il fatto che nessuno abbia rilevato questa florida attività, anche se Sergio non chiude per motivi economici, preoccupa i residenti del quartiere. "In questi locali entrerà un ragazzo pakistano che vende cellulari e ho saputo che al posto di Pinco Pallino - la giocattoleria chiusa qualche mese fa a poche vetrine di distanza - aprirà un negozio gestito da cittadini cinesi”. Ovviamente Sergio non ne fa una questione etnica, si limita a osservare come vada cambiando la zona e come si svuoti di quei negozi storici, da tutti considerati familiari. Talmente famigliari che il fruttivendolo ormai da anni serviva a domicilio diverse famiglie e alcuni anziani soli over 90. Come faranno adesso? "Ho detto loro di non preoccuparsi, che ora da pensionato con tutto il tempo libero che ho, volentieri gli farò la spesa quando ne avranno bisogno. Sento l'istinto di aiutare le persone che hanno bisogno e che in questi anni si sono sempre affidate alla mia attività”. E poi che cos'altro farete ora che andate entrambi in pensione? I coniugi Zago si guardano come due sposini novelli. “Finalmente faremo un bel viaggio, che sogniamo da tanto tempo. Sono anni che non possiamo lasciare il negozio contemporaneamente, quindi sicuramente, concluse le formalità burocratiche e contabili, ci regaleremo una bella vacanza”.

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