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Lotta al cyberbullismo a Grandate: quali danni per le vittime dei bulli e come prevenirli

Progetto con due criminologi dell'Istituto di Scienze Forensi di Corsico per genitori, insegnanti e alunni della scuola primaria

Un incontro per aiutare i genitori a prevenire episodi di bullismo e cyberbullismo e a riconoscerne i segnali nei propri figli. E' quello che si è svolto nella scuola primaria "Gianni Rodari" di Grandate lunedì 12 novembre 2018. 
"Cyberbullismo: il male subdolo" questo il titolo della conferenza tenuta da Massimo Blanco, criminologo forense specializzato in Vittimologia e Neurosociologia, e da Micol Trombetta, criminologa forense, entrambi dell'Istituto di Scienze Forensi di Corsico.
Una piaga sempre più diffusa e preoccupante, con episodi gravi nei mesi scorsi anche in provincia di Como e tanta sofferenza nella giovani vittime.

"L'idea di questo progetto - ha spiegato Rita Beretta referente della scuola primaria per il plesso di Grandate che fa parte dell'istituto comprensivo insieme a Cucciago e Casnate- ci è venuta dopo alcuni episodi spiacevoli avvenuti qui. I due criminologi dopo questa serata avranno anche un incontro specifico con le insegnanti e a marzo anche con i bambini, già a partire dalla prima".

Il fenomeno del cyberbullismo

"Questa è una scuola pioniera per quanto riguarda le primarie -ha esordito Blanco davanti ai numerosi genitori presenti- non è troppo presto perché la prevenzione è fondamentale. L'adolescenza oggi si è spostata indietro negli anni, la pre adolescenza inizia a 8 anni, a 10 anni spesso inizia la pubertà. La fine, invece, si è prolungata e fino a 18-20 anni si è ancora adolescenti".

Blanco ha poi spiegato come il bullismo probabilmente esista da sempre e non riguarda solamente i bambini, ma anche gli adulti, basti pensare ai fenomeni del mobbing o del bossing. Il fenomeno, però, rispetto al passato, oggi è cambiato: "A venire bullizzato - ha affermato- non è più il "diverso" o lo svantaggiato o il soggetto con scarsa autostima, ma bambini che non hanno mai avuto problemi, belli e che si sono sempre relazionati alla perfezione, che primeggiano anche a scuola. I bulli oggi bullizzano i migliori del gruppo per scalzarli e il passaggio più delicato è quello dalle elementari alle medie e dalle medie alle superiori. Il rischio è che i genitori non se ne accorgano.

Il cyberbulismo - ha proseguito Blanco- è classificato dalla legge 71 del 2017 ma la norma in realtà non ci garantisce da nulla e il fenomeno è in aumento. Tanto più che con i telefonini il bullismo è h24, non ha mai fine. Tutto quello che pubblico sul web resta per sempre ed è incontrollabile. Inoltre chi viene bullizzato nella vita reale spesso poi diventa cyberbullo".

Nella foto da sinistra: Massimo Blanco, Rita Beretta e Micol Trombetta

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Cyberbullismo ed empatia

Il problema, sostengono gli esperti, è che il cyberbullo non riesce a mettersi nei panni dell'altro dal momento che in rete si abbattono i freni inibitori comportamentali perché non vediamo un volto, non vediamo la sofferenza dell'altro. E anche i "like", i "mi piace", messi dagli amici sui commenti cattivi sono atti di bullismo che provocano sofferenza.

Cyberbullismo: la situazione in Italia

Secondo i dati di Telefono Azzurro diffusi durante l'incontro, si tratta di un fenomeno purtoppo in crescita che conta una vittima ogni 30 bambini. Più colpite le femmine dei maschi, il 54% delle vittime è preadolescente e il 16% ha addirittura un'età tra i 6 e i 10 anni. Mentre il bullismo inizia molto presto, il cyberbullismo ha inizio in modo preponderante nella pre adolescenza, ovvero l'età in cui cresce l'utilizzo di internet e l'accesso ai social network.

Quali sono i segnali che indicano che si è vittime di bullismo o cyberbullismo

Ci sono alcuni indicatori secondo gli esperti che devono accendere dei campanelli di allarme nei genitori: la presenza di lividi o graffi sul corpo, il fatto che il bambino non faccia mai vedere le braccia e porti le maniche lunghe anche in estate, spia di un possibile autolesionismo. "Molti - ha affermato Blanco - sono i ragazzi che si tagliano le braccia perchè questo scatena endorfine".

E ancora, agitazione motoria e nervosismo, sguardo spesso perso nel vuoto, perdita di interesse verso le attività che prima davano piacere, difficoltà a dormire e incubi, ipersonnia e fatica a svegliarsi la mattina, scarso appetito o alimentazione compulsiva, svogliatezza e stanchezza, il fatto di trovare scuse per non andare a scuola, frequenti malesseri fisici, calo del rendimento scolastico.

E poi la solitudine: rimanere chiuso in camera per molto tempo, non venire invitato alle feste, non avere amici o pochi nella vita reale, non portare mai a casa coetanei, passare ore sullo smarphone, mostrarsi preoccupato quando sente che è arrivato un messaggio e di notte stare sotto le coperte con telefonino o tablet. 
"Insomma molti sintomi - ha chiosato l'esperto- della depressione". Cui si aggiungono danni per la salute come tachicardia, ipertensione, allergie o malattie dermatologiche solo per citarne alcuni. E il rischio di sviluppare dipendenze, da internet, dalla droga o dall'alcol. Quando poi la disperazione e la vergogna non portano al suicidio, come purtroppo avvenuto in recenti casi di cronaca italiana.

"Il pericolo oltretutto - ha spiegato Micol Trombetta- è quello di cadere preda di alcuni giochi suicidi come il famoso blue whale challenge che tanto scalpore fece nei mesi scorsi".

Cosa può fare il genitore se ha il sospetto che il figlio sia vittima di cyberbullismo

Innanzitutto, secondo il criminologo, non liquidare il fatto credendo che subire il bullismo sia un modo per crescere e imparare a cavarsela. E poi evitare "interrogatori" ed evitare di prendere iniziative verso il bullo o i suoi genitori, ma imparare a osservare il figlio "a distanza", essere più presente (ma non opprimente) e fare attività insieme al proprio figlio, tutte cose per riguadagnare la piena fiducia.
Importante poi rivolgersi agli insegnanti (o agli istruttori sportivi, animatori dell'oratorio ecc.) senza che il bambino lo sappia, decidere insieme agli esperti quale strategia adottare e rivolgersi eventualmente a un centro specializzato. 

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