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Ticosa, a 4 anni dall'abbattimento tutto è ancora fermo

Il Partito Democratico di Como ha voluto celebrare, si fa per dire, il quarto anniversario dall'abbattimento della tintostamperia Ticosa.Era il 27 gennaio 2007 quando è stato dato il via alla demolizione con una grande festa pubblica: il...

Il Partito Democratico di Como ha voluto celebrare, si fa per dire, il quarto anniversario dall'abbattimento della tintostamperia Ticosa.Era il 27 gennaio 2007 quando è stato dato il via alla demolizione con una grande festa pubblica: il sindaco di Como Stefano Bruni, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e persino il vescovo di allora, Alessandro Maggiolini.

Un po' di storia

  • La Ticosa (TIntoria COmense Società Anonima) nasce il 20 luglio 1871 ed opera soprattutto nel campo della seta.
  • Nel 1950 l'azienda toccò la sua punta di massima grandezza, con 1250 operai.
  • Negli anni 70 la fabbrica, dei francesi Gillet & Fils fin dal 1906, attraversa una crisi che porta alla chiusura nel 1982
  • Dal 1983 lo stabilimento è del Comune di Como che promette il recupero dell'area

La demolizione

  • In 25 anni non è stato attuato nessun piano di recupero
  • Viene ceduta con un asta pubblica alla Multi Development che ne inizia la demolizione nel 2007 per poi costruire un maxi complesso di uffici, negozi e residenze
  • Il 26 aprile L'ARPA rileva la presenza di amianto nell'area e a giugno la procura sequestra l'area
  • Nel 2008 una costosa operazione di trasporto porta il materiale in una zona vicino ad Alessandria

Progetto naufragato

  • Nel 2010 i rapporti tra Multi e Comune si interrompono
  • Multi non salda il conto di 14 milioni per l'acquisto dell'area appellandosi agli inadempimenti dell'amministrazione comunale
  • La bonifica del terreno prevista non è stata eseguita
  • L'area è ancora del Comune di Como, ma manca un progetto di riqualificazione

Dopo quattro anni la città deve constatare che nulla è stato fatto. La fabbrica è stata abbattuta, ma al suo posto non è sorto nessun complesso edilizio. La riqualificazione dell'area, insomma, non c'è stata. I rapporti tra Comune di Como e Multi (la ditta che aveva vinto la gara per la riqualificazione dell'area) si sono interrotti definitivamente.

Proprio su questo punto il PD fa leva per lanciare bordate contro il sindaco Bruni e la sua amministrazione. II consiglieri comunali si sono riuniti sul piazzale dove un tempo sorgeva la tintostamperia e hanno srotolato uno striscione con uno slogan: "T-Cosa?". Come a dire: qui non si vede nulla di quanto promesso. Infatti, Mario Lucini, capogruppo del PD a Palazzo Cernezzi, ha parlato di "quattro anni di illusioni" e ha definito il progetto edilizio che era stato approntato "urbanisticamente sbagliato". Poi c'è il problema della bonifica: "Ci avevano detto che sarebbe dovuta partire la bonifica del terreno, ma neanche questa è stata fatta. Non si conoscono le prospettive di questa amministrazione comunale per riqualificare la zona".

Duri anche i commenti di Mario Molteni (Lista per Como): "Tra un po' finirà che l'area Ticosa diventerà parte della Spina Verde. Basta vedere i cespugli e la vegetazione selvaggia che stanno crescendo su quest'area". Molteni parla poi di "assenza di comunicazione da parte dell'amministrazione". "Persino all'interno della stessa maggioranza ignorano cosa l'amministrazione comunale intenda fare per risolvere il problema Ticosa". Molteni con tono tra serio e ironico conclude: "Qui davanti c'è la sede del Pdl. Mi chiedo cosa pensino gli amministratori che entrano ogni giorno da quella porta passando davanti a quest'area degradata".

Marcello Iantorno ha ricordato che sulla vicenda Ticosa è stato presentato un esposto alla Corte dei Conti per valutare se ci siano stati danni arrecati alla città a causa di inadempienze dell'amministrazione comunale. "Porteremo di nuovo il caso in consiglio comunale - ha concluso Iantorno - perché è impensabile che non si faccia nulla. Il sindaco deve renderci conto di quali siano le prospettive".

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