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Rinasce il Csir, sindacati uniti per i frontalieri. Intanto Tarpini sulla sua candidatura a sindaco di Como: "Non è un tema all'ordine del giorno

Rinasce, in un momento particolarmente delicato per il lavoro frontaliere. il consiglio sindacale interregionale (Csir)  fra Lombardia-Piemonte e Ticino, il secondo più grande in Europa, cui faranno parte i sindacati confederali italiani di...

Rinasce, in un momento particolarmente delicato per il lavoro frontaliere. il consiglio sindacale interregionale (Csir) fra Lombardia-Piemonte e Ticino, il secondo più grande in Europa, cui faranno parte i sindacati confederali italiani di Lombardia e Piemonte e i sindacati ticinesi. I temi caldi all'ordine del giorno, come indicato oggi in conferenza stampa a Villa Gallia, sono molti e l'attenzione sarà particolarmente rivolta all'accordo fiscale. Il clima tra i lavoratori, sempre più teso, complice la politica, grazie a questo accordo, deve ritrovare serenità nel bene di tutti. Con oltre 40.000 iscritti alle varie sigle sindacali, italiane e svizzere, la rappresentanza è certamente importante, considerando che i soggetti coinvolti sono in totale poco più di 60.000. All'incontro con i giornalisti era presente anche Alessandro Tarpini, responsabile nazionale frontalieri Cgil, che ha così riassunto la rinasscita, dopo 7 anni, del Csir: "Le organizzazioni sindacali italo svizzere si mettono insieme per provare a cercare una soluzione a tutte le problematiche del lavoro frontaliere. E' un segnale molto importante anche dal punto di vista simbolico: in una fase in cui Regione Lombardia e Canton Ticino stanno litigando e dividendosi su tutto, noi proviamo ad andare nella direzione opposta per dare una risposta unitaria ai temi sul tavolo. Il clima che si respira è probabilmente il peggiore da quando è iniziata la storia del frontalierato. Le nostre priorità sono la fiscalità e le protezioni sociali, le modifiche della tassazione, l'avvio di uno statuto che garantisca i frontalieri italiani dal punto di vista giuridico". Per quanto poi riguarda la questione di trattenere di più i lavoratori nel territorio di lavoro, Tarpini è molto netto: "La proposta è interessante, va approfondita. Il timore, vista anche la stagione in cui nasce, è che si trasformi nell'ennesimo strumento per gestire la campagna elettorale e il consenso delle prossime elezioni regionali".

Inevitabile, parlando invece di elezioni comunali a Como, una domanda a Tarpini sulla sua candidatura a Palazzo Cernezzi per il centrosinistra: "Non è un mistero che sono stato contattato da più parti e persone, anche dal mondo associativo, per sondare una mia eventuale disponibilità, tramite i percorsi che il centro sinistra verificherà, a candidarmi quale sindaco di Como. La cosa certamente mi ha fatto piacere, anche per l'apprezzamento al mio lavoro di questi anni, però il tema non è all'ordine del giorno. Per una serie di ragioni, non ultima quella di natura professionale, oltre alle difficoltà che un incarico di questo prestigio porterebbe, ripeto che il tema non è all'ordine del giorno: il nome di Alessandro Tarpini non farà parte della lista dei candidati alle primarie del centrosinistra". Anche nel caso che tutte le forze dovessero convergere su di lui, seppure con un sorriso più ampio, Tarpini non cambia risposta: "Il tema non è all'ordine del giorno". Non è un sì ma nemmeno un no. Perché nel momento in cui il tema dovesse entrare all'ordine del giorno (e non ne rimangono molti), Tarpini potrebbe anche valutare l'incarico. Vedremo.

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