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PD e Svolta Civica: "Rapinese non ascolta nessuno, vuole solo obbedienza"

Fanetti: "Le invettive e gli sproloqui sono la cifra di un sindaco che ha sfiducia nelle persone"

A un anno dall'elezione del sindaco di Como Alessandro Rapinese, le minoranze, nello specifico Pd e Svolta Civica hanno fatto il punto non tanto, o non solo sulle questioni calde della città, ma soprattutto sui loro rapporti istituzionali con il primo cittadino.

"Il tema - afferma Barbara Minghetti, consigliere di minoranza con Svolta Civica - è cosa vuol dire fare il sindaco oggi. E io credo che voglia dire innanzitutto avere relazione di ascolto che portano ad azione condivide. A Como non sta succedendo in vari campi a iniziare da quello sociale. Sono purtroppo molti i temi, penso ad esempio al mercato e agli asili nido, sui quali da parte del sindaco non c'è nessun ascolto. Anche su temi possono apparire di carattere nazionale, penso alla nostra proposta per le adozioni di figli da coppie omogenitoriali, penso invece che compito di un sindaco sia quello di dare un indirizzo, essere portatore di battaglie civili".  

"Entrando nello specifico delle questioni per cui abbiamo lottato - afferma invece Patrizia Lissi capogruppo del Pd -  penso gli asili nido, ai servizi alle famiglie costrette a rivolgersi ai privati a causa delle incertezze delle strutture pubbliche, a via del Dos chiusa da un anno, ai centri civici abbandonati al loro destino, dobbiamo constatare che non c'è alcuna possibilità di dialogo con Rapinese. Non possiamo poi ragionare solo in termini finanziari senza pensare che le associazioni sono un valore per tutta la comunità. Perché metterle ulteriormente in difficoltà aumentando loro le spese vive? Ancora non abbiamo risposte per la struttura che gestirà l'emergenza freddo visto che per la prossima stagione la Provincia non concederà più la struttura di via Borgo Vico. Stesso discorso per la commissione ambiente, come se il tema dell'inquinamento fosse una questione trascurabile e non primaria".  

"I temi sul tavolo - prosegue il capogruppo di Svolta Civica, Vittorio Nessi - sono molti ma Rapinese prosegue con la politica degli annunci che poi non trovano riscontro nella realtà: la piscina di Muggiò ancora ferma, la bonifica della Ticosa mai iniziata, l'asilo Santarella che rimane in condizioni pietose, il Politeama con un progetto senza progetto. Unica cosa fatta, ma fatta male, è stato il Natale a Como. Rapinese pensa già a quello del prossimo anno ma intanto, al 4 di luglio, non sono stati ancora annunciati gli eventi estivi. Per il nuovo lungolago sono state fatte inaugurazioni ogni 20 metri finiti, i parcheggi sono solo stati spostati da una piazza all'altra ma una visione d'insieme non c'è. Stupisce poi che anche su temi che toccano le coscienze personali, in maggioranza valgano solo silenzio e ubbidienza. La politica del pregiudizio nei nostri confronti è li dà vedere con il caso dell'assessore Lombardi, cacciato da Rapinese per non essere stato in grado di sterilizzare le minoranze".

Sulla stessa lunghezza d'onda, Luca Vozzella di Svolta Civica: "Non c'è ascolto nemmeno dei cittadini, costretti a utilizzare il canale Urp per segnalare i loro problemi al sindaco. Ma le risposte, quando arrivano, sono quasi sempre evasive. Per quanto riguardo le politiche giovanili, anche qui non c'è ascolto ma solo divieti. Le iniziative sono stroncate prima di nascere, gli spazi non ci sono e il tema della migrazione dei giovani non è in alcun modo governato":

"Io capisco il ruolo del sindaco e la sua ansia da prestazione - aggiunge Stefano Legnani del Pd e vice-presidente del consiglio comunale - però manca uno sguardo avanti. Le sue relazioni sono sempre conflittuali, basti pensare al tema del Cda di Villa Erba. Sui grandi temi, anche quelli che non riguardano solo la città di Como ma tutto il territorio, occorre fare squadra. Mettere tutti intorno a un tavolo, per discutere della tangenziale, dell'ospedale, del San Martino, fa parte del ruolo di un sindaco di capoluogo. 

La chiosa  spetta a Stefano Fanetti, Pd: "Per il futuro non sono ottimista. Le invettive e gli sproloqui sono la cifra di un sindaco che ha sfiducia nelle persone. Il suo campanilismo è ridicolo. Con Varese e Lecco, con le città limitrofe bisogna costruire relazioni, Como ha bisogno di crescere non di chiudersi in se stessa.  Noi proviamo a dire la nostra ma nelle sedi istituzionali nessuno ci ascolta. Siamo consapevoli che Rapinese abbia ancora un buon consenso popolare dalla sua parte. E allora dobbiamo uscire, tornare tra la gente e imparare a comunicare diversamente, con la consapevolezza anche dei nostri errori". 

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