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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Incursione nazi di Como, la lotta politica continua in consiglio comunale

Bocciata la mozione di PD, Svolta Civica e Civitas per sancire la solidarietà dell'amministrazione verso Como senza frontiere

Il caso politico che si è aperto a Como (ma anche a livello nazionale) lo scorso 28 novembre 2018 a seguito della cosiddetta incursione skinheads, è tutt'altro che chiuso. O meglio, resta aperto in consiglio comunale a Palazzo Cernezzi e suscita la presa di posizione dell'associazione Como senza frontiere che era stata proprio l'obiettivo dell'incursione nazi.

La sera del 15 gennaio 2018 il consiglio comunale di Como ha discusso la mozione presentata dai consiglieri Stefano Fanetti, Gabriele Guarisco e Patrizia Lissi (PD), Vittorio Nessi (Svolta Civica) e Bruno Magatti (Civitas). La mozione chiedeva, in sintesi, che l'amministrazione comunale condannasse con l'approvazione del documento l'episodio del 28 novembre e che esprimesse solidarietà nei confronti di Como senza frontiere. Tuttavia, con i voti contrari della maggioranza di centrodestra la mozione è stata bocciata. Ed ecco che il caso politico resta aperto. L'incursione degli skinheads continua a scatenare critiche e polemiche. 

Il contenuto della mozione

Dopo una serie di premesse che partivano dal presupposto che la diffusione delle idee fasciste e naziste è di fatto un reato, la mozione chiedeva al consiglio comunale di esprimere "la più netta riprovazione e condanna dell'attacco ai principi di solidarietà, non violenza, antirazzismo, antifascismo che l'irruzione del 28 novembre 2017 rappresenta; ferma solidarietà alla rete Como senza frontiere per l'atto d'aggressione subito".
Inoltre, la mozione impegnava il sindaco "a farsi latore della presente mozione presso i responsabili della rete Como senza frontiere".

Le accuse delle minoranze

Svolta Civica, tra i firmatari della mozione, ha stigmatizzato l'atteggiamento incoerente dell'amministrazione di centrodestra che nonostante abbia affermato, per bocca dello stesso sindaco Mario Landriscina, di condannare il gesto dei militanti skinheads, ha poi bocciato la mozione: "Votare no alla richiesta di adesione a principi che pensiamo siano universalmente condivisi nelle società libere e democratiche è un atto concreto e grave, di cui ognuno dovrà assumersi la responsabilità. Perché poi, a furia di fare spallucce di fronte a certi temi e a certi eccessi, si arriva, come ha fatto il candidato del centrodestra per la presidenza della Regione, a farneticare sulla “difesa della razza bianca”.
.Magatti, esponente di Civitas in minoranza a Palazzo Cernezzi, ha affermato: "Non c'è nulla che possa giustificare quel voto. Nessuno è giustificato, nemmeno chi avesse votato per mera pusillanimità".

La reazione di Como senza frontiere

Anche Como senza frontiere ha espresso la sua posizione in merito alla bocciatura della mozione arrivata dal centrodestra: "La mancata solidarietà della maggioranza di centrodestra, che in questi mesi di amministrazione cittadina ha mostrato in tutti modi di perseguire politiche persecutorie nei confronti delle persone più disagiate – migranti o native che siano – al centro dell’attenzione e dell’attività della rete Como senza frontiere, non ci stupisce. Ci preoccupa fortemente altresì, e ancora di più dovrebbe preoccupare l’intera città, che l’amministrazione cittadina non abbia sentito alcun bisogno di condannare l’attacco «ai principi di solidarietà, non violenza, antirazzismo e antifascismo» (come esplicitato nella mozione), principi che sono alla base non solo dell’azione delle numerose realtà che si sono coordinate nella rete Como senza frontiere, ma – più in generale e in modo dichiarato – della Costituzione italiana e dello stesso vivere civile. Evidentemente la maggioranza di centrodestra al governo della città di Como reputa questi valori di scarsa importanza".

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