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Baggi, Prc: "Clima di terrore diffuso dalla Lega a fini propagandistici"

Da martedì 16 aprile a Como ci sarà l’esercito per presidiare la città: "Non si capisce da cosa"

L'operazione Strade Sicure del governo Lega-Cinque Stelle, come scritto ieri, porta a Como 15 soldati per la sicurezza del territorio lariano. Un provvedimento che da molti viene considerato sproporzianato rispetto alle reale problematiche della città di Como, aprendo il dibattito politico. Fabrizio Baggi – della Segreteria Regionale – Prc/SE Lombardia – e membro della Rete – Como Senza Frontiere – ha rilasciato un'ampia dichiarazione in merito: "Da martedì 16 aprile, a Como ci sarà l’esercito per presidiare la città (non si capisce bene da cosa). Ecco un provvedimento chiesto a gran voce al Ministero dell’Interno dal sottosegretario Nicola Molteni ed accordato ed annunciato direttamente da Matteo Salviniche, per una “strana coincidenza di eventi”, vede la sua attuazione a poco più di un mese dalla data delle elezioni europee".

"Continua quindi la perenne e permanente campagna elettorale leghista - continua Baggi - a spese della nostra città. Continua l’utilizzo di “Como città di frontiera” per diffondere un esagerato clima di terrore atto a far non solo accettare ma auspicare alla cittadinanza (per fortuna solo ad una parte) una situazione sempre più da “stato di polizia” in un clima repressivo, sicuritario e spesso discriminatorio".

"Le politiche della giunta comasca- si legge ancora - totalmente allineate a quelle del governo, hanno in realtà da sempre fatto in modo di creare il massimo disagio e nervosismo auspicando al crearsi di problematiche legate all’ordine pubblico per avere poi la giustificazione e poter usare la cosiddetta linea dura che tanto piace ai leghisti ed ai loro elettori".

"Chi vive a Como - prosegue Baggi - però sa perfettamente che gli è andata male e che, nonostante il ripetersi di azioni e delibere totalmente antisociali e provocatorie quali: la chiusura dei bagni pubblici, la rimozione delle panchine di piazza San Rocco, le ordinanze “anti poveri”, la chiusura dell’acqua corrente in piena estate in un luogo dove vivevano 70 persone, le visite quotidiane alle 5:00 del mattino dell’idropulitrice scortata dalla polizia locale sotto il portico di San Francesco dove fino a dicembre scorso dormivano all’adiaccio una cinquantina di persone, lo spegnimento del wi fi nei luoghi e nelle piazze cittadine frequentate dalle persone migranti, le perquisizioni ed i controlli su base etnica fuori dalla biblioteca comunale e via discorrendo, il problema di ordine pubblico nessuno lo ha mai creato e quindi, a poche settimane dalle elezioni europee, lor signori necessitavano di un’azione simbolica e totalmente non necessaria come quella di mobilitare l’esercito e di portarlo a Como, nella città di frontiera dove ci sono i migranti, quegli stessi migranti che fino a pochi mesi fa avevano un luogo dello Stato dove rifugiarsi, il campo di via Regina che oggi non esiste più per volontà di questi stessi politici che porteranno i militari in città».

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